ABSTRACT Oltre all’esplorazione rettale la diagnosi di presunzione di carcinoma prostatico è avvalorata da reperti di laboratorio, di cui il PSA rappresenta il più utilizzato anche se non tumore-specifico. Comunque la biopsia resta sempre il presidio che ci conduce alla diagnosi con l’esame istologico. Premesso che l’esplorazione rettale rimane l’esame che andrebbe sempre effettuato sia perché più immediato ed anche perché più economico, altri test sono stati proposti per rendere più efficace la prevenzione di questa neoplasia. Nell’intento di incrementarne la specificità altri markers vengono proposti, alcuni PSA correlati (precursori o proforme del PSA), proteine carcinoma prostatico correlate di recente identificazione riscontrate nel carcinoma prostatico. Il tentativo di miglioramento della specificità diagnostica si pone intanto come obiettivo ridurre da un lato biopsie non necessarie e dall’altro di evitarle quando indicate. Inoltre si tende a coprire sia il range di PSA normale (v.n fino a 4 ng/ml); considerando l’1% di neoplasie a PSA basso, sia ridurre le biopsie ai pazienti che rientrano nella cosiddetta zona grigia di PSA tra 2-10 ng/ml. Risulta chiara la necessità di una corretta stadiazione clinica per un corretto orientamento terapeutico. Interessante risulta la possibilità per i tumori a basso rischio il “watchful waiting” per neoplasie che potrebbero non avere effetti sulla sopravvivenza come alternativa ai trattamenti terapeutici.
Standard e novità nella diagnosi del carcinoma prostatico / Iavarone, Claudio; N., Peparini; Urciuoli, Paolo; Custureri, Filippo. - In: IL GIORNALE DI CHIRURGIA. - ISSN 0391-9005. - STAMPA. - 25:(2004), pp. 57-59.
Standard e novità nella diagnosi del carcinoma prostatico
IAVARONE, Claudio;URCIUOLI, Paolo;CUSTURERI, Filippo
2004
Abstract
ABSTRACT Oltre all’esplorazione rettale la diagnosi di presunzione di carcinoma prostatico è avvalorata da reperti di laboratorio, di cui il PSA rappresenta il più utilizzato anche se non tumore-specifico. Comunque la biopsia resta sempre il presidio che ci conduce alla diagnosi con l’esame istologico. Premesso che l’esplorazione rettale rimane l’esame che andrebbe sempre effettuato sia perché più immediato ed anche perché più economico, altri test sono stati proposti per rendere più efficace la prevenzione di questa neoplasia. Nell’intento di incrementarne la specificità altri markers vengono proposti, alcuni PSA correlati (precursori o proforme del PSA), proteine carcinoma prostatico correlate di recente identificazione riscontrate nel carcinoma prostatico. Il tentativo di miglioramento della specificità diagnostica si pone intanto come obiettivo ridurre da un lato biopsie non necessarie e dall’altro di evitarle quando indicate. Inoltre si tende a coprire sia il range di PSA normale (v.n fino a 4 ng/ml); considerando l’1% di neoplasie a PSA basso, sia ridurre le biopsie ai pazienti che rientrano nella cosiddetta zona grigia di PSA tra 2-10 ng/ml. Risulta chiara la necessità di una corretta stadiazione clinica per un corretto orientamento terapeutico. Interessante risulta la possibilità per i tumori a basso rischio il “watchful waiting” per neoplasie che potrebbero non avere effetti sulla sopravvivenza come alternativa ai trattamenti terapeutici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.