Andrea Bixio – “La società come istituzione”, etratto da “Studi di Sociologia”, n.3-4/2006 – Vita e Pensiero, Milano Uno dei problemi su cui ci si appassiona di più nello studio della condizione attuale riguarda il posto delle istituzioni all’interno del sistema sociale. Questione certamente notevole, che tuttavia può divenire qualcosa di riduttivo, quando venga a risolversi in una semplice ricognizione intorno al mutamento di “luogo” che una qualche istituzione, ritenuta particolarmente rilevante, possa aver subito. Riduttivo, perché ciò che inquieta la riflessione, infondendole quel sottile tormento che alimenta la cura di studiosi attenti alle vicende non semplicemente della nostra società, ma della dimensione della civiltà propria di essa, consiste non nella mera constatazione del mutamento di luogo delle istituzioni, ma nel senso profondo, spesso problematico, che tale cambiamento possa implicare. Questa riflessione si articolerà quindi in due momenti fondamentali. In un primo memento si cercherà di tracciare, pur in una forma sintetica, i modi più cospicui in cui si è affermata la dimensione istituzionale della società, quale si è venuta presentando alla prima grande sociologia europea. In un secondo momento, poiché l’evolversi del processo di istituzionalizzazione riguarda prima che l’avvento o la morte di questa o quella istituzione, l’oggetto principale di qualsiasi tipo di instituere, ovvero la condizione di status effettivo della società in quanto tale e cioè la sua statualità, si tenterà di illustrare cosa significhino le forme di istituzionalità individuale nella prima parte del percorso, appunto della statualità nella società. Cosa che consentirà, alla fine, di individuare, comprendendone il senso, i tratti salienti della attuale forma di statualità quale emerge in una età di relativo declino dello Stato.
La società come istituzione / Bixio, Andrea. - In: STUDI DI SOCIOLOGIA. - ISSN 0039-291X. - STAMPA. - 3-4:(2006), pp. 329-358.
La società come istituzione
BIXIO, Andrea
2006
Abstract
Andrea Bixio – “La società come istituzione”, etratto da “Studi di Sociologia”, n.3-4/2006 – Vita e Pensiero, Milano Uno dei problemi su cui ci si appassiona di più nello studio della condizione attuale riguarda il posto delle istituzioni all’interno del sistema sociale. Questione certamente notevole, che tuttavia può divenire qualcosa di riduttivo, quando venga a risolversi in una semplice ricognizione intorno al mutamento di “luogo” che una qualche istituzione, ritenuta particolarmente rilevante, possa aver subito. Riduttivo, perché ciò che inquieta la riflessione, infondendole quel sottile tormento che alimenta la cura di studiosi attenti alle vicende non semplicemente della nostra società, ma della dimensione della civiltà propria di essa, consiste non nella mera constatazione del mutamento di luogo delle istituzioni, ma nel senso profondo, spesso problematico, che tale cambiamento possa implicare. Questa riflessione si articolerà quindi in due momenti fondamentali. In un primo memento si cercherà di tracciare, pur in una forma sintetica, i modi più cospicui in cui si è affermata la dimensione istituzionale della società, quale si è venuta presentando alla prima grande sociologia europea. In un secondo momento, poiché l’evolversi del processo di istituzionalizzazione riguarda prima che l’avvento o la morte di questa o quella istituzione, l’oggetto principale di qualsiasi tipo di instituere, ovvero la condizione di status effettivo della società in quanto tale e cioè la sua statualità, si tenterà di illustrare cosa significhino le forme di istituzionalità individuale nella prima parte del percorso, appunto della statualità nella società. Cosa che consentirà, alla fine, di individuare, comprendendone il senso, i tratti salienti della attuale forma di statualità quale emerge in una età di relativo declino dello Stato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.