Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono assai numerosi e distribuiti sul territorio in modo assai variabile; molti di essi si trovano ad una certa distanza da centri abitati, mentre altri sono localizzati in zone più o meno densamente popolate, ovvero in prossimità di infrastrutture critiche. Negli ultimi tempi, oltre ai rischi insiti nell’attività industriale vanno acquisendo sempre maggiore importanza le considerazioni riguardo la possibilità che questi stabilimenti finiscano per divenire oggetto di attacchi terroristici, finalizzati a creare effetti domino attraverso cui innescare incidenti rilevanti (incendi, esplosioni, nubi tossiche). L’entità del danno che un attacco terroristico è in grado di causare dipende da quantitativi, stato chimico-fisico e pericolosità delle sostanze eventualmente coinvolte, ma anche dalla vulnerabilità e dalla localizzazione dei potenziali bersagli; inoltre, nelle valutazioni va tenuto presente che le conseguenze degli attacchi terroristici potrebbero estendersi ben al di là del raggio minimo di 1 km dallo stabilimento generalmente considerato quando vengono reperite e fornite le informazioni per caratterizzare il territorio circostante. Da questo punto di vista è poi particolarmente importante avere a disposizione metodologie semplici in grado di fornire una “fotografia” accurata della situazione del territorio basata su informazioni facilmente disponibili e rapidamente aggiornabili. Nell’ambito del Progetto Europeo ARAMIS (Accidental Risk Assessment Methodology for Industries) è stata sviluppata una metodologia GIS per valutare la vulnerabilità del territorio che circonda un sito industriale[1]. Individuata un’area di studio (di ampiezza tipica 400 km2) e definiti le categorie e tipologie di possibili “bersagli” (persone, componenti dell’ambiente naturale e antropizzato), la metodologia consente di identificare e quantificare tali bersagli e valuta un indice di vulnerabilità per ognuna delle maglie (di ampiezza compresa tra 0.01 e 0.25 km2) in cui è suddivisa l’area. I dati richiesti per effettuare le valutazioni sono ricavati da database GIS di facile reperibilità e la procedura è completamente automatizzata. Scopo di questo lavoro è verificare l’applicabilità della metodologia ARAMIS per valutare la vulnerabilità del territorio circostante impianti a rischio di incidente rilevante, derivando un indice che consenta una “classificazione” dei siti da questo punto di vista. Nella sua applicazione al problema in esame, si è ritenuto di limitare l’analisi ai bersagli costituiti da persone e, in particolare: lavoratori dello stabilimento, popolazione residente nelle zone circostanti, eventuali centri di vulnerabilità (scuole, ospedali, ecc.) presenti, eventuali persone in transito su strade o ferrovie in prossimità dell’impianto. Un fattore aggravante, soprattutto nell’eventualità di un attacco terroristico, è costituito dalla presenza, all’interno dell’area di studio, di altre installazioni industriali, specie se anch’esse soggette a rischio di incidente rilevante. Anche se una definizione univoca di “area ad elevata concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante” non è ancora stata fissata a livello normativo, da un punto di vista concettuale essa si può definire come un’area all’interno della quale siano possibili effetti domino tra stabilimenti diversi. Tenuto conto che gli effetti domino possono derivare da irraggiamento termico, onde d’urto o lancio di frammenti (ma non da nubi tossiche) affinché si abbia una “concentrazione” di stabilimenti, la massima distanza tra le rispettive fonti di rischio deve essere inferiore ad una distanza limite che è ragionevole fissare intorno a 1 km. Diviene quindi estremamente importante individuare con esattezza non solo la localizzazione dello stabilimento, ma anche quella delle zone dello stabilimento in cui si trovano apparecchiature o serbatoi in cui possono verificarsi i “top events” previsti, ovvero che possano essere vulnerabili per effetto domino. Da questo punto occorre purtroppo rilevare che le coordinate degli stabilimenti reperibili da varie fonti considerano gli stessi come entità puntuali, senza tenere in alcun conto l’effettiva estensione del sito (che può occupare aree anche superiori a 1 km2). Pare quindi estremamente opportuno schematizzare invece il sito industriale come un poligono, utilizzando eventualmente entità puntuali per localizzare esattamente le fonti di rischio all’interno dello stabilimento. Informazioni utili a tal fine si possono ottenere, ad esempio, tramite foto satellitari e da mappe riportate nelle schede di informazione alla popolazione previste dalla normativa Seveso. Si è quindi provveduto a localizzare alcuni stabilimenti a rischio di incidente rilevante collocati nell’Italia Centrale, focalizzando l’attenzione su quelli che, per i quantitativi e la pericolosità delle sostanze presenti, potrebbero configurarsi come a “maggior rischio” e sulle aree in cui si rilevava una “concentrazione di stabilimenti”, e si è applicata la metodologia Aramis per valutare la vulnerabilità del territorio circostante, considerando una estensione di 10 km dal baricentro dei siti. Le mappe ottenute hanno consentito sia di dettagliare la vulnerabilità del territorio limitrofo ad ogni stabilimento, sia di confrontare in modo omogeneo la vulnerabilità dei territori limitrofi ai diversi siti. Tali informazioni risultano molto importanti a fini di Protezione Civile, sia per predisporre piani con cui fronteggiare una possibile emergenza legata ad un attacco terroristico ad uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, sia per mettere a punto provvedimenti mirati all’allocazione delle risorse per combattere il rischio di attacchi terroristici. [1] J.Tixier, A.Dandrieux, G.Dusserre, B.Mazzarotta, B.Silvetti, R.Bubbico: “Environmental vulnerability assessment in the vicinity of an industrial site in the frame of ARAMIS European project”, J. Haz. Mat., 130 (3) 251-264 (2006).

Vulnerabilità ad attacco terroristico del territorio limitrofo a stabilimenti a rischiuo di incidente rilevante / Bubbico, Roberto; DI CAVE, Sergio; Mazzarotta, Barbara. - ELETTRONICO. - 6/II:(2008), pp. 1-12. (Intervento presentato al convegno Atti Convegno Valutazione e gestione del rischio degli insediamenti civili e industriali tenutosi a Pisa nel 14-16/10/2008).

Vulnerabilità ad attacco terroristico del territorio limitrofo a stabilimenti a rischiuo di incidente rilevante

BUBBICO, Roberto;DI CAVE, Sergio;MAZZAROTTA, Barbara
2008

Abstract

Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono assai numerosi e distribuiti sul territorio in modo assai variabile; molti di essi si trovano ad una certa distanza da centri abitati, mentre altri sono localizzati in zone più o meno densamente popolate, ovvero in prossimità di infrastrutture critiche. Negli ultimi tempi, oltre ai rischi insiti nell’attività industriale vanno acquisendo sempre maggiore importanza le considerazioni riguardo la possibilità che questi stabilimenti finiscano per divenire oggetto di attacchi terroristici, finalizzati a creare effetti domino attraverso cui innescare incidenti rilevanti (incendi, esplosioni, nubi tossiche). L’entità del danno che un attacco terroristico è in grado di causare dipende da quantitativi, stato chimico-fisico e pericolosità delle sostanze eventualmente coinvolte, ma anche dalla vulnerabilità e dalla localizzazione dei potenziali bersagli; inoltre, nelle valutazioni va tenuto presente che le conseguenze degli attacchi terroristici potrebbero estendersi ben al di là del raggio minimo di 1 km dallo stabilimento generalmente considerato quando vengono reperite e fornite le informazioni per caratterizzare il territorio circostante. Da questo punto di vista è poi particolarmente importante avere a disposizione metodologie semplici in grado di fornire una “fotografia” accurata della situazione del territorio basata su informazioni facilmente disponibili e rapidamente aggiornabili. Nell’ambito del Progetto Europeo ARAMIS (Accidental Risk Assessment Methodology for Industries) è stata sviluppata una metodologia GIS per valutare la vulnerabilità del territorio che circonda un sito industriale[1]. Individuata un’area di studio (di ampiezza tipica 400 km2) e definiti le categorie e tipologie di possibili “bersagli” (persone, componenti dell’ambiente naturale e antropizzato), la metodologia consente di identificare e quantificare tali bersagli e valuta un indice di vulnerabilità per ognuna delle maglie (di ampiezza compresa tra 0.01 e 0.25 km2) in cui è suddivisa l’area. I dati richiesti per effettuare le valutazioni sono ricavati da database GIS di facile reperibilità e la procedura è completamente automatizzata. Scopo di questo lavoro è verificare l’applicabilità della metodologia ARAMIS per valutare la vulnerabilità del territorio circostante impianti a rischio di incidente rilevante, derivando un indice che consenta una “classificazione” dei siti da questo punto di vista. Nella sua applicazione al problema in esame, si è ritenuto di limitare l’analisi ai bersagli costituiti da persone e, in particolare: lavoratori dello stabilimento, popolazione residente nelle zone circostanti, eventuali centri di vulnerabilità (scuole, ospedali, ecc.) presenti, eventuali persone in transito su strade o ferrovie in prossimità dell’impianto. Un fattore aggravante, soprattutto nell’eventualità di un attacco terroristico, è costituito dalla presenza, all’interno dell’area di studio, di altre installazioni industriali, specie se anch’esse soggette a rischio di incidente rilevante. Anche se una definizione univoca di “area ad elevata concentrazione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante” non è ancora stata fissata a livello normativo, da un punto di vista concettuale essa si può definire come un’area all’interno della quale siano possibili effetti domino tra stabilimenti diversi. Tenuto conto che gli effetti domino possono derivare da irraggiamento termico, onde d’urto o lancio di frammenti (ma non da nubi tossiche) affinché si abbia una “concentrazione” di stabilimenti, la massima distanza tra le rispettive fonti di rischio deve essere inferiore ad una distanza limite che è ragionevole fissare intorno a 1 km. Diviene quindi estremamente importante individuare con esattezza non solo la localizzazione dello stabilimento, ma anche quella delle zone dello stabilimento in cui si trovano apparecchiature o serbatoi in cui possono verificarsi i “top events” previsti, ovvero che possano essere vulnerabili per effetto domino. Da questo punto occorre purtroppo rilevare che le coordinate degli stabilimenti reperibili da varie fonti considerano gli stessi come entità puntuali, senza tenere in alcun conto l’effettiva estensione del sito (che può occupare aree anche superiori a 1 km2). Pare quindi estremamente opportuno schematizzare invece il sito industriale come un poligono, utilizzando eventualmente entità puntuali per localizzare esattamente le fonti di rischio all’interno dello stabilimento. Informazioni utili a tal fine si possono ottenere, ad esempio, tramite foto satellitari e da mappe riportate nelle schede di informazione alla popolazione previste dalla normativa Seveso. Si è quindi provveduto a localizzare alcuni stabilimenti a rischio di incidente rilevante collocati nell’Italia Centrale, focalizzando l’attenzione su quelli che, per i quantitativi e la pericolosità delle sostanze presenti, potrebbero configurarsi come a “maggior rischio” e sulle aree in cui si rilevava una “concentrazione di stabilimenti”, e si è applicata la metodologia Aramis per valutare la vulnerabilità del territorio circostante, considerando una estensione di 10 km dal baricentro dei siti. Le mappe ottenute hanno consentito sia di dettagliare la vulnerabilità del territorio limitrofo ad ogni stabilimento, sia di confrontare in modo omogeneo la vulnerabilità dei territori limitrofi ai diversi siti. Tali informazioni risultano molto importanti a fini di Protezione Civile, sia per predisporre piani con cui fronteggiare una possibile emergenza legata ad un attacco terroristico ad uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, sia per mettere a punto provvedimenti mirati all’allocazione delle risorse per combattere il rischio di attacchi terroristici. [1] J.Tixier, A.Dandrieux, G.Dusserre, B.Mazzarotta, B.Silvetti, R.Bubbico: “Environmental vulnerability assessment in the vicinity of an industrial site in the frame of ARAMIS European project”, J. Haz. Mat., 130 (3) 251-264 (2006).
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