Il lago vulcanico di Nemi è situato a sud di Roma, ha una modesta superficie (1,8 km²) e una profondità massima relativamente elevata (30 m). Negli anni ‘70 aveva subito i pesanti effetti di un processo di eutrofizzazione derivante da scarichi urbani che da tempo si riversavano direttamente nel lago e che furono completamente deviati negli anni ‘90. Vengono qui messi a confronto una serie di dati sullo zoobenthos associato ai sedimenti sabbiosi litorali relativi a due periodi di studio (1981-1982 and 2000-2001) e campionati negli stessi siti in un arco annuale, allo scopo di evidenziare i possibili cambiamenti della struttura comunitaria nel corso del processo di recupero ambientale. La fauna (composta di 62 taxa) ha rivelato modifiche nella struttura quantitativa dei principali gruppi faunistici, con decremento di diversi organismi (Copepodi e Chironomidi fra i gruppi dominanti, altri gruppi rari) a favore dei Nematodi, notevolmente più abbondanti che nella precedente indagine. L’analisi dei parametri comunitari ha evidenziato un mutamento positivo per alcuni taxa indicatori di buono stato ambientale: n° di specie di Cladoceri (da 1 a 7) e n° di specie di Molluschi (da 0 a 4), nonché una modifica positiva anche per alcuni bioindici: modesto incremento di N/T ratio (n° specie di Naididi/n°specie di Tubificidi: da 2 a 2,2), considerevole incremento della diversità biotica (H di Shannon: da 2,7 a 4,2), abbassamento del Maturity Index (basato su Nematodi: da 3 a 2,2). Inoltre le abbondanze di Chydorus sphaericus (cladocero indicatore di meso-eutrofia) si sono ridotte in maniera drastica (da 9,8 % a 0,25 % della fauna totale). Permangono invece elevate in talune stazioni le densità di alcuni oligocheti indicatori di meso-eutrofia quali Limnodrilus hoffmeisteri e Potamothrix heuscheri. I dati finora esaminati indicano complessivamente un’apprezzabile riduzione del livello trofico, da correlare sia alla diversione degli scarichi inquinanti ma anche alla diminuzione cospicua del livello del lago (circa 4 m), che in alcune stazioni ha provocato il dilavamento dei sedimenti verso fondo, accentuando in tal modo fenomeni negativi quali la modesta diversificazione faunistica e la riduzione numerica di alcune entità tassonomiche a presenza rara.
Invertebrati zoobentonici dei sedimenti litorali del lago di Nemi (Italia Centrale) nel processo di recupero ambientale / Mastrantuono, Luciana. - (2004), p. 287. (Intervento presentato al convegno Congresso Co.N.I.S.Ma. - A.I.O.L. tenutosi a Terrasini (Palermo) nel 18-22 ottobre 2004).
Invertebrati zoobentonici dei sedimenti litorali del lago di Nemi (Italia Centrale) nel processo di recupero ambientale.
MASTRANTUONO, Luciana
2004
Abstract
Il lago vulcanico di Nemi è situato a sud di Roma, ha una modesta superficie (1,8 km²) e una profondità massima relativamente elevata (30 m). Negli anni ‘70 aveva subito i pesanti effetti di un processo di eutrofizzazione derivante da scarichi urbani che da tempo si riversavano direttamente nel lago e che furono completamente deviati negli anni ‘90. Vengono qui messi a confronto una serie di dati sullo zoobenthos associato ai sedimenti sabbiosi litorali relativi a due periodi di studio (1981-1982 and 2000-2001) e campionati negli stessi siti in un arco annuale, allo scopo di evidenziare i possibili cambiamenti della struttura comunitaria nel corso del processo di recupero ambientale. La fauna (composta di 62 taxa) ha rivelato modifiche nella struttura quantitativa dei principali gruppi faunistici, con decremento di diversi organismi (Copepodi e Chironomidi fra i gruppi dominanti, altri gruppi rari) a favore dei Nematodi, notevolmente più abbondanti che nella precedente indagine. L’analisi dei parametri comunitari ha evidenziato un mutamento positivo per alcuni taxa indicatori di buono stato ambientale: n° di specie di Cladoceri (da 1 a 7) e n° di specie di Molluschi (da 0 a 4), nonché una modifica positiva anche per alcuni bioindici: modesto incremento di N/T ratio (n° specie di Naididi/n°specie di Tubificidi: da 2 a 2,2), considerevole incremento della diversità biotica (H di Shannon: da 2,7 a 4,2), abbassamento del Maturity Index (basato su Nematodi: da 3 a 2,2). Inoltre le abbondanze di Chydorus sphaericus (cladocero indicatore di meso-eutrofia) si sono ridotte in maniera drastica (da 9,8 % a 0,25 % della fauna totale). Permangono invece elevate in talune stazioni le densità di alcuni oligocheti indicatori di meso-eutrofia quali Limnodrilus hoffmeisteri e Potamothrix heuscheri. I dati finora esaminati indicano complessivamente un’apprezzabile riduzione del livello trofico, da correlare sia alla diversione degli scarichi inquinanti ma anche alla diminuzione cospicua del livello del lago (circa 4 m), che in alcune stazioni ha provocato il dilavamento dei sedimenti verso fondo, accentuando in tal modo fenomeni negativi quali la modesta diversificazione faunistica e la riduzione numerica di alcune entità tassonomiche a presenza rara.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.