I siti preistorici di Lazio e Campania che possono annoverare la presenza di resti fossili umani corrispondono a quasi un quarto del totale dei siti a Homo fra Paleolitico e Mesolitico in Italia. Questo valore, già alto, sale notevolmente (fino ai due terzi) se si prendono in considerazione le fasi del più antico popolamento, comprese tra la fine del Pleistocene Inferiore e il Pleistocene Medio. Considerando i reperti meglio conservati, si va dal calvario arcaico di Ceprano - che sembra poter rappresentare il più antico fossile umano rinvenuto fino a oggi in Europa - ai ben noti fossili neandertaliani scoperti a partire dal 1929 a Roma (Saccopastore) e al Monte Circeo. Più frammentari sono invece i resti del Pleistocene Medio (Homo heidelbergensis) e quelli riferibili a popolazioni anatomicamente moderne (Homo sapiens) del Pleistocene Superiore. Di interesse sono anche i tracciati di impronte fossili recentemente osservate sulla superficie dei sedimenti vulcanici di Roccamonfina. Questo straordinario insieme di reperti fossili fornisce informazioni fondamentali per lo studio del popolamento umano della nostra penisola che, a loro volta, possono essere messe in relazione alle conoscenze che riguardano l’intero continente e l’evoluzione del genere Homo nel suo insieme.
Una parte per il tutto: fossili umani fra Lazio e Campania ed evoluzione del genere Homo in Europa / Manzi, Giorgio. - 1:(2007), pp. 39-54. (Intervento presentato al convegno XL Riunione Scientifica I.I.P.P. tenutosi a Roma nel 30 novembre - 3 dicembre 2005).
Una parte per il tutto: fossili umani fra Lazio e Campania ed evoluzione del genere Homo in Europa.
MANZI, Giorgio
2007
Abstract
I siti preistorici di Lazio e Campania che possono annoverare la presenza di resti fossili umani corrispondono a quasi un quarto del totale dei siti a Homo fra Paleolitico e Mesolitico in Italia. Questo valore, già alto, sale notevolmente (fino ai due terzi) se si prendono in considerazione le fasi del più antico popolamento, comprese tra la fine del Pleistocene Inferiore e il Pleistocene Medio. Considerando i reperti meglio conservati, si va dal calvario arcaico di Ceprano - che sembra poter rappresentare il più antico fossile umano rinvenuto fino a oggi in Europa - ai ben noti fossili neandertaliani scoperti a partire dal 1929 a Roma (Saccopastore) e al Monte Circeo. Più frammentari sono invece i resti del Pleistocene Medio (Homo heidelbergensis) e quelli riferibili a popolazioni anatomicamente moderne (Homo sapiens) del Pleistocene Superiore. Di interesse sono anche i tracciati di impronte fossili recentemente osservate sulla superficie dei sedimenti vulcanici di Roccamonfina. Questo straordinario insieme di reperti fossili fornisce informazioni fondamentali per lo studio del popolamento umano della nostra penisola che, a loro volta, possono essere messe in relazione alle conoscenze che riguardano l’intero continente e l’evoluzione del genere Homo nel suo insieme.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.