The essay traces the activity undertaken by the apostolic delegations in the East and by the one in Constantinople during a whole century, from 1856 to 1958. The apostolic delegations were totally absent in the Balkans since Wien exerted there a protectorate over the Catholic subjects of the Sultan close to his dominions and France being jealous of its role as a defender of the Catholics in the East was granted the so-called regime of the capitulations. This prevented the institution of an apostolic delegation in the peninsula while the apostolic delegates were present in the rest of the Sultan’s dominions like Egypt, Mesopotamia and Syria. Although they never exerted any diplomatic functions, they always kept off the record relationships with the government. In the papal representatives activity two major aspects of the Holy See politics are to be found. Firstly, facing a cumbersome presence of the European powers in the region, heed should be paid to the choice they made since Pio IX’s pontificate to establish contacts with the Ottoman government and to strengthen the role of the apostolic delegation in Constantinople. In the face of deep territorial changes affecting the Balkans and not only, following the two Eastern crisis in 1853-1855 and in 1875-1878, the delegates’ scope of action could no longer be restricted to the mere religious issues, rather it was broadened to encompass the management of Eastern affairs from a political stance too. Moreover, the progressive dissolution of the Ottoman Empire and the foundation of succeeding states resolved in a more and more significant involvement of the papal representatives in the local affairs. The second aspect concerns the assessment of the papal representatives’ activities in the relationship between the Latin Church and the Eastern Catholic Churches, this being an important key to interpretation for whoever wants to understand the modality of the union of the latter with Rome. A careful policy in favour of Eastern unionism informed several pontificates during the time under scrutiny together with a position of encouragement towards a deeper knowledge of the entire Eastern Christian heritage and of cordial collaboration with the Ottoman Empire first and with the new states then. The difficult years of Pio XII’s pontificate affected by the war, the outset of the cold war and of bipolarism meant that all came to a standstill. Pope Pacelli – though acting towards an “Eastern opening that after his death should have led to the acceptance of the ecumenical principles and methods”- is still regarded by some scholars interested in the development of the ecumenical movement and of the dialogue amongst Churches, as a reticent Pope.

Il saggio ripercorre l’attività svolta dalle Delegazioni apostoliche in Oriente e da quella di Costantinopoli nel corso di un secolo dal 1856 al 1958. Totalmente assenti nei Balcani dove la presenza di un protettorato esercitato da Vienna sui sudditi cattolici del sultano prossimi ai suoi domini e di una Francia gelosa del suo ruolo di protettrice dei cattolici in Oriente, che le conferiva il regime detto delle capitolazioni, impedivano l’istituzione di una delegazione apostolica nella penisola, i delegati apostolici erano presenti nel resto dei domini del sultano, in Egitto, Mesopotamia, Siria. Pur non esercitando alcuna funzione diplomatica sul vasto territorio dell’impero, essi intrattennero sempre rapporti officiosi con il governo. Nell’attività dei rappresentanti pontifici si rispecchiano due aspetti importanti della politica della Santa Sede. In primo luogo, dinanzi a una presenza ingombrante delle potenze europee nella regione, va vista la scelta compiuta a partire dal pontificato di Pio IX di avviare contatti con il governo ottomano e a tal fine rafforzare il ruolo della Delegazione apostolica di Costantinopoli. Difronte ai profondi cambiamenti territoriali che riguardarono i Balcani, e non solo, in seguito alle due crisi d’Oriente del 1853-1855 e 1875-1878 le competenze dei delegati non potevano più limitarsi alle sole questioni di carattere religioso, ma si allargarono fino a gestire gli affari orientali anche sul piano politico. La progressiva dissoluzione dell’impero ottomano poi e la nascita di stati successori determinarono un sempre più importante coinvolgimento dei rappresentanti pontifici nelle vicende dell’area. L’altro aspetto riguarda lo studio dell’attività dei rappresentanti pontifici nelle relazioni tra la Chiesa latina e le Chiese orientali cattoliche importante chiave di lettura per chiunque voglia comprendere le modalità della unione di queste con Roma. Un’attenta opera in favore dell’unionismo orientale caratterizzò molti dei pontificati del periodo preso in esame e fu accompagnata sempre da un’azione che voleva essere di incitamento a una più profonda conoscenza dell’intero patrimonio del cristianesimo orientale e di cordiale collaborazione con l’impero ottomano prima e con i nuovi stati poi. Gli anni del pontificato di Pio XII, anni difficili di guerra e di inizio della guerra fredda e del bipolarismo segnarono una battuta d’arresto. Papa Pacelli - seppur diede segni verso «un’apertura orientale che doveva sfociare dopo la sua morte nell’accettazione dei principi e dei metodi ecumenici» - è tuttora considerato da alcuni studiosi interessati allo sviluppo del movimento ecumenico e del dialogo delle Chiese, un papa reticente.

Représentants pontificaux et nonces en Orient de 1856 à 1958 / Tolomeo, Rita. - STAMPA. - (2010), pp. 277-294. (Intervento presentato al convegno L’Œvre d’Orient. Solidarités anciennes et nouveaux défis. tenutosi a Roma nel 23-24 maggio 2007).

Représentants pontificaux et nonces en Orient de 1856 à 1958

TOLOMEO, Rita
2010

Abstract

The essay traces the activity undertaken by the apostolic delegations in the East and by the one in Constantinople during a whole century, from 1856 to 1958. The apostolic delegations were totally absent in the Balkans since Wien exerted there a protectorate over the Catholic subjects of the Sultan close to his dominions and France being jealous of its role as a defender of the Catholics in the East was granted the so-called regime of the capitulations. This prevented the institution of an apostolic delegation in the peninsula while the apostolic delegates were present in the rest of the Sultan’s dominions like Egypt, Mesopotamia and Syria. Although they never exerted any diplomatic functions, they always kept off the record relationships with the government. In the papal representatives activity two major aspects of the Holy See politics are to be found. Firstly, facing a cumbersome presence of the European powers in the region, heed should be paid to the choice they made since Pio IX’s pontificate to establish contacts with the Ottoman government and to strengthen the role of the apostolic delegation in Constantinople. In the face of deep territorial changes affecting the Balkans and not only, following the two Eastern crisis in 1853-1855 and in 1875-1878, the delegates’ scope of action could no longer be restricted to the mere religious issues, rather it was broadened to encompass the management of Eastern affairs from a political stance too. Moreover, the progressive dissolution of the Ottoman Empire and the foundation of succeeding states resolved in a more and more significant involvement of the papal representatives in the local affairs. The second aspect concerns the assessment of the papal representatives’ activities in the relationship between the Latin Church and the Eastern Catholic Churches, this being an important key to interpretation for whoever wants to understand the modality of the union of the latter with Rome. A careful policy in favour of Eastern unionism informed several pontificates during the time under scrutiny together with a position of encouragement towards a deeper knowledge of the entire Eastern Christian heritage and of cordial collaboration with the Ottoman Empire first and with the new states then. The difficult years of Pio XII’s pontificate affected by the war, the outset of the cold war and of bipolarism meant that all came to a standstill. Pope Pacelli – though acting towards an “Eastern opening that after his death should have led to the acceptance of the ecumenical principles and methods”- is still regarded by some scholars interested in the development of the ecumenical movement and of the dialogue amongst Churches, as a reticent Pope.
2010
L’Œvre d’Orient. Solidarités anciennes et nouveaux défis.
Il saggio ripercorre l’attività svolta dalle Delegazioni apostoliche in Oriente e da quella di Costantinopoli nel corso di un secolo dal 1856 al 1958. Totalmente assenti nei Balcani dove la presenza di un protettorato esercitato da Vienna sui sudditi cattolici del sultano prossimi ai suoi domini e di una Francia gelosa del suo ruolo di protettrice dei cattolici in Oriente, che le conferiva il regime detto delle capitolazioni, impedivano l’istituzione di una delegazione apostolica nella penisola, i delegati apostolici erano presenti nel resto dei domini del sultano, in Egitto, Mesopotamia, Siria. Pur non esercitando alcuna funzione diplomatica sul vasto territorio dell’impero, essi intrattennero sempre rapporti officiosi con il governo. Nell’attività dei rappresentanti pontifici si rispecchiano due aspetti importanti della politica della Santa Sede. In primo luogo, dinanzi a una presenza ingombrante delle potenze europee nella regione, va vista la scelta compiuta a partire dal pontificato di Pio IX di avviare contatti con il governo ottomano e a tal fine rafforzare il ruolo della Delegazione apostolica di Costantinopoli. Difronte ai profondi cambiamenti territoriali che riguardarono i Balcani, e non solo, in seguito alle due crisi d’Oriente del 1853-1855 e 1875-1878 le competenze dei delegati non potevano più limitarsi alle sole questioni di carattere religioso, ma si allargarono fino a gestire gli affari orientali anche sul piano politico. La progressiva dissoluzione dell’impero ottomano poi e la nascita di stati successori determinarono un sempre più importante coinvolgimento dei rappresentanti pontifici nelle vicende dell’area. L’altro aspetto riguarda lo studio dell’attività dei rappresentanti pontifici nelle relazioni tra la Chiesa latina e le Chiese orientali cattoliche importante chiave di lettura per chiunque voglia comprendere le modalità della unione di queste con Roma. Un’attenta opera in favore dell’unionismo orientale caratterizzò molti dei pontificati del periodo preso in esame e fu accompagnata sempre da un’azione che voleva essere di incitamento a una più profonda conoscenza dell’intero patrimonio del cristianesimo orientale e di cordiale collaborazione con l’impero ottomano prima e con i nuovi stati poi. Gli anni del pontificato di Pio XII, anni difficili di guerra e di inizio della guerra fredda e del bipolarismo segnarono una battuta d’arresto. Papa Pacelli - seppur diede segni verso «un’apertura orientale che doveva sfociare dopo la sua morte nell’accettazione dei principi e dei metodi ecumenici» - è tuttora considerato da alcuni studiosi interessati allo sviluppo del movimento ecumenico e del dialogo delle Chiese, un papa reticente.
delegati pontifici; chiese orientali; Pio IX; impero ottomano
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Représentants pontificaux et nonces en Orient de 1856 à 1958 / Tolomeo, Rita. - STAMPA. - (2010), pp. 277-294. (Intervento presentato al convegno L’Œvre d’Orient. Solidarités anciennes et nouveaux défis. tenutosi a Roma nel 23-24 maggio 2007).
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Tolomeo_Representats-pontificaux_2010.pdf

solo gestori archivio

Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 1.54 MB
Formato Adobe PDF
1.54 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/205743
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact