La godibilità delle opere d’arte all’interno degli spazi mussali, dipende in modo essenziale dal tipo e dalle modalità di illuminazione adottata, sia relativamente alla singola opera, sia relativamente al complesso museale nel suo insieme. Il progetto illuminotecnico, attraverso un’analisi degli spazi, deve pertanto tener conto sia delle singole opere esposte, sia del percorso culturale che si intende comunicare al visitatore. Per quanto riguarda la singola opera, occorre innanzitutto garantire una equilibrata distribuzione degli illuminamenti verticali ed orizzontali garantendo elevati coefficienti di uniformità sulle superfici illuminate, ed evitando eventuali effetti di riflessione. Per quanto attiene la qualità della luce impiegata, questa deve essere tale da garantire un’ottima resa cromatica, in modo da restituire al visitatore, nella sua interezza, il messaggio culturale che l’artista ha voluto esprimere attraverso la sua opera. Occorre infine eseguire un’analisi attenta dello spettro di emissione delle sorgenti luminose impiegate, soprattutto riguardo al contenuto energetico nel campo delle radiazioni ultraviolette, al fine di valutarne la capacità di danneggiamento delle opere esposte. Le caratteristiche illuminotecniche delle sorgenti luminose, sia relativamente all’illuminazione delle singole opere, sia relativamente all’illuminazione ambientale, consiglierebbero sorgenti che riproducano le caratteristiche della luce naturale. È evidente che, l’utilizzo di una luce con caratteristiche prossime a quelle della luce solare, consente di non alterare la lettura cromatica dell’opera ed una situazione che riproponga un’illuminazione sostanzialmente diffusa come quella diurna, garantisce, soprattutto per le opere plastiche, una corretta lettura delle forme senza l’appesantimento o l’appiattimento determinato dalle ombre portate. Una soluzione al problema esposto è l’utilizzo combinato della luce naturale e della luce artificiale, attraverso la creazione di “pozzi di luce a riflessione”. Nella presente nota viene proposta una soluzione al problema attraverso l’impiego integrato della luce naturale e della luce artificiale, utilizzando sempre lo stesso pozzo di luce in modo da garantire in ogni situazione le stesse condizioni di illuminazione. Il sistema consente, attraverso opportuni sensori posti sul tratto terminale del pozzo, di attivare in caso di insufficiente illuminazione diurna, una sorgente luminosa artificiale, con spettro di emissione molto vicino alla luce diurna, disposta su un ramo secondario del pozzo, in modo da assicurare comunque lo stesso valore del flusso luminoso in uscita. Tramite opportuni filtri disposti sul diffusore del pozzo viene poi garantito, nelle due situazioni, uno spettro di emissione omogeneo depurato delle eventuali componenti spettrali che possono danneggiare le opere esposte.
Integrazione tra illuminazione naturale ed artificiale in un museo / Coppi, Massimo; Venditti, Andrea. - In: LUCE. - ISSN 1120-3498. - STAMPA. - (2004), pp. 86-91.
Integrazione tra illuminazione naturale ed artificiale in un museo
COPPI, Massimo;VENDITTI, Andrea
2004
Abstract
La godibilità delle opere d’arte all’interno degli spazi mussali, dipende in modo essenziale dal tipo e dalle modalità di illuminazione adottata, sia relativamente alla singola opera, sia relativamente al complesso museale nel suo insieme. Il progetto illuminotecnico, attraverso un’analisi degli spazi, deve pertanto tener conto sia delle singole opere esposte, sia del percorso culturale che si intende comunicare al visitatore. Per quanto riguarda la singola opera, occorre innanzitutto garantire una equilibrata distribuzione degli illuminamenti verticali ed orizzontali garantendo elevati coefficienti di uniformità sulle superfici illuminate, ed evitando eventuali effetti di riflessione. Per quanto attiene la qualità della luce impiegata, questa deve essere tale da garantire un’ottima resa cromatica, in modo da restituire al visitatore, nella sua interezza, il messaggio culturale che l’artista ha voluto esprimere attraverso la sua opera. Occorre infine eseguire un’analisi attenta dello spettro di emissione delle sorgenti luminose impiegate, soprattutto riguardo al contenuto energetico nel campo delle radiazioni ultraviolette, al fine di valutarne la capacità di danneggiamento delle opere esposte. Le caratteristiche illuminotecniche delle sorgenti luminose, sia relativamente all’illuminazione delle singole opere, sia relativamente all’illuminazione ambientale, consiglierebbero sorgenti che riproducano le caratteristiche della luce naturale. È evidente che, l’utilizzo di una luce con caratteristiche prossime a quelle della luce solare, consente di non alterare la lettura cromatica dell’opera ed una situazione che riproponga un’illuminazione sostanzialmente diffusa come quella diurna, garantisce, soprattutto per le opere plastiche, una corretta lettura delle forme senza l’appesantimento o l’appiattimento determinato dalle ombre portate. Una soluzione al problema esposto è l’utilizzo combinato della luce naturale e della luce artificiale, attraverso la creazione di “pozzi di luce a riflessione”. Nella presente nota viene proposta una soluzione al problema attraverso l’impiego integrato della luce naturale e della luce artificiale, utilizzando sempre lo stesso pozzo di luce in modo da garantire in ogni situazione le stesse condizioni di illuminazione. Il sistema consente, attraverso opportuni sensori posti sul tratto terminale del pozzo, di attivare in caso di insufficiente illuminazione diurna, una sorgente luminosa artificiale, con spettro di emissione molto vicino alla luce diurna, disposta su un ramo secondario del pozzo, in modo da assicurare comunque lo stesso valore del flusso luminoso in uscita. Tramite opportuni filtri disposti sul diffusore del pozzo viene poi garantito, nelle due situazioni, uno spettro di emissione omogeneo depurato delle eventuali componenti spettrali che possono danneggiare le opere esposte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.