Il ms. BAV Rossiano 617, già parzialmente esaminato in funzione dell’imminente dei codici miniati del fondo Rossiano della Biblioteca Vaticana, è indagato in chiave paleografica, codicologica, testuale, in quanto esemplare finora appartato negli studi critici sebbene partecipe del fenomeno storico e librario delle Bibbie atlantiche. Del codice viene ricostruito l’assetto originario, severamente alterato per grave perdita di carte e profonde interpolazioni nel tempo, e evidenziata la complessità paleografica attraverso l’identificazione e analisi di almeno 11 copisti che vi operano. La decorazione del manufatto viene attribuita all’atelier o agli artisti attivi nella Bibbia di Napoli, B. Naz., XV AA 1, e in altri manoscritti del cosiddetto “gruppo troiano” di manoscritti di produzione romana donati dal vescovo Guglielmo II al capitolo della cattedrale di Troia nel primo trentennio del sec. XII. Si segnalano rapporti testuali con altre Bibbie atlantiche romane databili tra il sec. XI, anni 60, e il XII, primo quarto, facendo richiamo alla tesi di esistenza di una recensio biblica promossa in seno al fenomeno delle Bibbie atlantiche e rimasta interrotta. Su base quindi paleografico-codicologica, decorativa, testuale e storica si viene a consolidare l’ipotesi di origine romana del manoscritto, se ne anticipa la datazione entro il primo quarto del XII secolo, se ne definisce la posizione all’interno del gruppo delle Bibbie atlantiche di produzione sicuramente romana.
Per una indagine sui secoli XI e XII: considerazioni sulla Bibbia atlantica BAV Rossi 617 / Condello, Emma. - In: BULLETTINO DELL'ISTITUTO STORICO ITALIANO PER IL MEDIO EVO. - ISSN 1127-6096. - STAMPA. - 110:(2008), pp. 189-203. (Intervento presentato al convegno II Settimana di Studi medievali tenutosi a Roma nel 21-24 maggio 2007).
Per una indagine sui secoli XI e XII: considerazioni sulla Bibbia atlantica BAV Rossi 617
CONDELLO, Emma
2008
Abstract
Il ms. BAV Rossiano 617, già parzialmente esaminato in funzione dell’imminente dei codici miniati del fondo Rossiano della Biblioteca Vaticana, è indagato in chiave paleografica, codicologica, testuale, in quanto esemplare finora appartato negli studi critici sebbene partecipe del fenomeno storico e librario delle Bibbie atlantiche. Del codice viene ricostruito l’assetto originario, severamente alterato per grave perdita di carte e profonde interpolazioni nel tempo, e evidenziata la complessità paleografica attraverso l’identificazione e analisi di almeno 11 copisti che vi operano. La decorazione del manufatto viene attribuita all’atelier o agli artisti attivi nella Bibbia di Napoli, B. Naz., XV AA 1, e in altri manoscritti del cosiddetto “gruppo troiano” di manoscritti di produzione romana donati dal vescovo Guglielmo II al capitolo della cattedrale di Troia nel primo trentennio del sec. XII. Si segnalano rapporti testuali con altre Bibbie atlantiche romane databili tra il sec. XI, anni 60, e il XII, primo quarto, facendo richiamo alla tesi di esistenza di una recensio biblica promossa in seno al fenomeno delle Bibbie atlantiche e rimasta interrotta. Su base quindi paleografico-codicologica, decorativa, testuale e storica si viene a consolidare l’ipotesi di origine romana del manoscritto, se ne anticipa la datazione entro il primo quarto del XII secolo, se ne definisce la posizione all’interno del gruppo delle Bibbie atlantiche di produzione sicuramente romana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.