Il saggio analizza il processo di costruzione e legittimazione del mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani nel comune di Affile (RM), interpretandolo come un caso esemplare di uso politico e identitario dello spazio pubblico. Attraverso una prospettiva demoetnoantropologica, l’autrice mostra come la memoria locale, articolata da amministratori e attori politici legati alla tradizione missina, abbia progressivamente riscritto la figura storica di Graziani, trasformandola in un elemento patrimoniale radicato nel territorio e sottraendola al giudizio critico nazionale. Il contributo mette in luce le tattiche amministrative impiegate per aggirare vincoli istituzionali e ottenere finanziamenti regionali destinati ufficialmente a un monumento ai caduti, poi riconvertito nel mausoleo al Maresciallo d’Italia una volta conclusi i lavori. La vicenda è studiata in relazione al “doppio spazio” di Filettino e Affile, entrambi coinvolti in processi di patrimonializzazione divergenti, e al “doppio tempo” fra progettazione locale e scandalo mediatico nazionale. Il testo ricostruisce anche le reazioni della società civile, le accuse di apologia di fascismo, la parabola giudiziaria che ha condotto all’assoluzione in Cassazione, e le pratiche di dissenso e contro-memoria che hanno tentato, senza successo, di risemantizzare o rimuovere il monumento. Il caso Affile rivela la tensione strutturale fra memoria pubblica, potere istituzionale e proteste dal basso, mostrando come lo spazio pubblico diventi terreno di conflitto fra narrazioni storiche in competizione.
Storia e memoria nella semantica dello spazio pubblico. Le tattiche per il monumento a Rodolfo Graziani / Iuso, Anna. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - (2025), pp. 465-480.
Storia e memoria nella semantica dello spazio pubblico. Le tattiche per il monumento a Rodolfo Graziani
anna iuso
2025
Abstract
Il saggio analizza il processo di costruzione e legittimazione del mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani nel comune di Affile (RM), interpretandolo come un caso esemplare di uso politico e identitario dello spazio pubblico. Attraverso una prospettiva demoetnoantropologica, l’autrice mostra come la memoria locale, articolata da amministratori e attori politici legati alla tradizione missina, abbia progressivamente riscritto la figura storica di Graziani, trasformandola in un elemento patrimoniale radicato nel territorio e sottraendola al giudizio critico nazionale. Il contributo mette in luce le tattiche amministrative impiegate per aggirare vincoli istituzionali e ottenere finanziamenti regionali destinati ufficialmente a un monumento ai caduti, poi riconvertito nel mausoleo al Maresciallo d’Italia una volta conclusi i lavori. La vicenda è studiata in relazione al “doppio spazio” di Filettino e Affile, entrambi coinvolti in processi di patrimonializzazione divergenti, e al “doppio tempo” fra progettazione locale e scandalo mediatico nazionale. Il testo ricostruisce anche le reazioni della società civile, le accuse di apologia di fascismo, la parabola giudiziaria che ha condotto all’assoluzione in Cassazione, e le pratiche di dissenso e contro-memoria che hanno tentato, senza successo, di risemantizzare o rimuovere il monumento. Il caso Affile rivela la tensione strutturale fra memoria pubblica, potere istituzionale e proteste dal basso, mostrando come lo spazio pubblico diventi terreno di conflitto fra narrazioni storiche in competizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


