Argomento Disegnare un territorio è, da sempre, il principale modo per impadronirsene, conoscerlo ed agire su di esso. (Corboz, 1984). Le immagini sono il mezzo comunicativo a cui ci si affida per tradurre e affrontare problemi complessi (Guida, 2007), ed in campo urbanistico, i linguaggi grafici che hanno accompagnato le diverse stagioni della pianificazione hanno saputo tradurre obiettivi e metodi progettuali, definendo generi diversi (Gabellini, 1996). La crescente complessità dei fenomeni urbani porta oggi, inevitabilmente, a dover ripensare i codici e gli strumenti degli urbanisti (Ceno, 2020), e di conseguenza le modalità di disegnare i piani, nei tempi rapidi del presente (Galuzzi, 2010). Questi temi rientrano nel dibattito sull’utilità e sul significato del piano urbanistico (XXXII Congresso INU), nel quale si prende atto della crisi degli strumenti di pianificazione tradizionali e ci si chiede quali siano le nuove modalità d’azione, i nuovi obiettivi strategici e settoriali, e il pubblico per il quale il piano debba realmente essere utile. Obiettivi In un contesto di incertezza e riforma, il contributo vuole indagare i processi di trasformazione dei linguaggi e degli strumenti utilizzati nei nuovi piani urbanistici, tentando una ricognizione che ponga in relazione le funzioni dei documenti di piano e le modalità grafico-comunicative scelte. Ipotesi In seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione, molte regioni italiane hanno approvato leggi che superano la staticità del PRG, promuovendo un modello di piano basato sui principi di flessibilità e coerenza, in cui le funzioni strategiche e regolative sono chiaramente distinte. Questo modello si ispira alla proposta dell’INU (1995, 2024) per una legge di principi che promuova una pianificazione capace di evolvere da obbligo normativo a strumento in grado di creare città vivibili, accessibili, sicure e sostenibili, rispondendo alle urgenti sfide ambientali e sociali del nostro tempo. La nuova forma di piano prevede che all’interno di un unico strumento (PUG) vengano separate le funzioni strategico-strutturale (genera effetti configurativi) e regolativa (assegna diritti edificatori). Il piano deve essere flessibile al cambiamento e le azioni operative non devono rispondere a principi vincolistici, ma seguire con coerenza gli obiettivi generali dichiarati. Questi contenuti, infine, devono poter essere accessibili e comprensibili ad un pubblico eterogeneo, fatto di tecnici, amministratori, portatori di interesse e cittadini. Metodologia Il contributo propone l’analisi di due casi di studio che hanno approvato strumenti riconducibili ai principi INU: il PUG di Bologna e il PDUM di Barcellona. Per i due casi si analizzano i documenti di piano, distinguendoli tra strategici, prescrittivi e informativi. Per ogni tipologia di documento si analizzano e confrontano le immagini prodotte, indagando il rapporto prescrittività-indirizzo-linguaggio grafico. Risultati I documenti grafici di indirizzo strutturale permettono di riflettere sull’attività di masterplanning (Reeve, Smith, 1995), ampiamente utilizzata per orientare sul territorio le scelte programmatiche di medio periodo, ma oggi non codificata formalmente. Le nuove tecnologie di raccolta, elaborazione, rappresentazione e comunicazione dei dati sulla città influiscono sul processo di formazione del piano, producendo un numero di elaborati spesso sovradimensionato; ma queste immagini possono realmente progettare e gestire una città in modo flessibile, leggibile e utile?

La forma del piano utile. Funzioni, strumenti e disegni per progettare la città contemporanea / Di Fiandra, Laura; Fior, Marika; Galuzzi, Paolo. - (2025). ( XXII Urbanpromo 2025 Firenze ).

La forma del piano utile. Funzioni, strumenti e disegni per progettare la città contemporanea.

Laura Di Fiandra;Marika Fior;Paolo Galuzzi
2025

Abstract

Argomento Disegnare un territorio è, da sempre, il principale modo per impadronirsene, conoscerlo ed agire su di esso. (Corboz, 1984). Le immagini sono il mezzo comunicativo a cui ci si affida per tradurre e affrontare problemi complessi (Guida, 2007), ed in campo urbanistico, i linguaggi grafici che hanno accompagnato le diverse stagioni della pianificazione hanno saputo tradurre obiettivi e metodi progettuali, definendo generi diversi (Gabellini, 1996). La crescente complessità dei fenomeni urbani porta oggi, inevitabilmente, a dover ripensare i codici e gli strumenti degli urbanisti (Ceno, 2020), e di conseguenza le modalità di disegnare i piani, nei tempi rapidi del presente (Galuzzi, 2010). Questi temi rientrano nel dibattito sull’utilità e sul significato del piano urbanistico (XXXII Congresso INU), nel quale si prende atto della crisi degli strumenti di pianificazione tradizionali e ci si chiede quali siano le nuove modalità d’azione, i nuovi obiettivi strategici e settoriali, e il pubblico per il quale il piano debba realmente essere utile. Obiettivi In un contesto di incertezza e riforma, il contributo vuole indagare i processi di trasformazione dei linguaggi e degli strumenti utilizzati nei nuovi piani urbanistici, tentando una ricognizione che ponga in relazione le funzioni dei documenti di piano e le modalità grafico-comunicative scelte. Ipotesi In seguito alla riforma del Titolo V della Costituzione, molte regioni italiane hanno approvato leggi che superano la staticità del PRG, promuovendo un modello di piano basato sui principi di flessibilità e coerenza, in cui le funzioni strategiche e regolative sono chiaramente distinte. Questo modello si ispira alla proposta dell’INU (1995, 2024) per una legge di principi che promuova una pianificazione capace di evolvere da obbligo normativo a strumento in grado di creare città vivibili, accessibili, sicure e sostenibili, rispondendo alle urgenti sfide ambientali e sociali del nostro tempo. La nuova forma di piano prevede che all’interno di un unico strumento (PUG) vengano separate le funzioni strategico-strutturale (genera effetti configurativi) e regolativa (assegna diritti edificatori). Il piano deve essere flessibile al cambiamento e le azioni operative non devono rispondere a principi vincolistici, ma seguire con coerenza gli obiettivi generali dichiarati. Questi contenuti, infine, devono poter essere accessibili e comprensibili ad un pubblico eterogeneo, fatto di tecnici, amministratori, portatori di interesse e cittadini. Metodologia Il contributo propone l’analisi di due casi di studio che hanno approvato strumenti riconducibili ai principi INU: il PUG di Bologna e il PDUM di Barcellona. Per i due casi si analizzano i documenti di piano, distinguendoli tra strategici, prescrittivi e informativi. Per ogni tipologia di documento si analizzano e confrontano le immagini prodotte, indagando il rapporto prescrittività-indirizzo-linguaggio grafico. Risultati I documenti grafici di indirizzo strutturale permettono di riflettere sull’attività di masterplanning (Reeve, Smith, 1995), ampiamente utilizzata per orientare sul territorio le scelte programmatiche di medio periodo, ma oggi non codificata formalmente. Le nuove tecnologie di raccolta, elaborazione, rappresentazione e comunicazione dei dati sulla città influiscono sul processo di formazione del piano, producendo un numero di elaborati spesso sovradimensionato; ma queste immagini possono realmente progettare e gestire una città in modo flessibile, leggibile e utile?
2025
XXII Urbanpromo 2025
piano utile; città pubblica; disegno di piano; rappresentazione del piano; funzioni del piano urbanistico generale
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La forma del piano utile. Funzioni, strumenti e disegni per progettare la città contemporanea / Di Fiandra, Laura; Fior, Marika; Galuzzi, Paolo. - (2025). ( XXII Urbanpromo 2025 Firenze ).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1755725
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