Le crescenti sfide ambientali, sociali e territoriali hanno sollecitato un profondo ripensamento delle scale e delle modalità di pianificazione e governo del territorio. A fronte di un persistente immobilismo normativo a livello nazionale, le Regioni italiane hanno assunto una centralità crescente, diventando attori dominanti nella definizione e gestione delle politiche territoriali. In particolare, le Regioni hanno giocato un ruolo chiave nell'individuazione degli ambiti territoriali considerati ottimali per l'esercizio associato delle funzioni comunali. Tali perimetrazioni mirano a sostenere processi di pianificazione intercomunale, incentivando la sperimentazione di nuove geometrie territoriali capaci di superare le tradizionali logiche locali. La definizione di questi ambiti ottimali rappresenta un'opportunità strategica per "fare spazio" a pratiche di pianificazione più integrate, adattive e coerenti con le specificità morfologiche e funzionali dei territori. In questo quadro si inseriscono le Unioni di Comuni, concepite come modelli bottom-up di aggregazione territoriale. Nate per la gestione associata di servizi e funzioni tra enti locali contigui, le Unioni spesso mostrano traiettorie di definizione disomogenee: non sempre coincidono con gli ambiti ottimali delineati a livello regionale, emergendo talvolta da logiche storiche, politiche o meramente amministrative non coordinate. Questa discrepanza solleva interrogativi sulla reale efficacia di tale livello di governo intercomunale. Il presente contributo propone un'analisi critica e comparativa di alcune esperienze regionali paradigmatiche: la Toscana e il Piemonte. L'obiettivo primario è verificare la coerenza tra gli ambiti ottimali di cooperazione individuati a livello regionale – le UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari) in Toscana e le AIT (Ambiti di Integrazione Territoriale) in Piemonte – e le Unioni di Comuni effettivamente costituite. La metodologia si avvale di un'analisi spaziale approfondita, che prevede la sovrapposizione geometrica tra le perimetrazioni normative degli ambiti regionali e quelle delle Unioni esistenti. Attraverso questa comparazione, lo studio riflette sui criteri concretamente adottati per tali configurazioni – siano essi morfologici, funzionali, ambientali o puramente amministrativi – e sulle implicazioni che queste scelte producono per la governance del territorio. Il risultato atteso è duplice: contribuire al dibattito scientifico su come "dare spazio" a pratiche di pianificazione intercomunale realmente innovative, capaci di adattarsi alle complesse specificità territoriali (morfologiche, funzionali e socio-istituzionali) e superare la tradizionale scala locale. In quest'ottica, si propone l'elaborazione di riferimenti teorico-metodologici e operativi utili alla definizione di criteri più funzionali e performanti per la perimetrazione delle Unioni di Comuni, considerate a tutti gli effetti come laboratori di sperimentazione essenziali per il coordinamento e la pianificazione sovracomunale.

Ambiti Ottimali e Unioni di Comuni. Sfide e Prospettive per la pianificazione intercomunale in Toscana e Piemonte / Mariano, Carmela; Filicetti, Chiara. - (2025), pp. 147-147. (Intervento presentato al convegno UrbanPromo Progetti per il Paese 22^edizione. Fare spazio_Dare spazio in Urbanistica tenutosi a Florence).

Ambiti Ottimali e Unioni di Comuni. Sfide e Prospettive per la pianificazione intercomunale in Toscana e Piemonte

Mariano Carmela;Filicetti Chiara
2025

Abstract

Le crescenti sfide ambientali, sociali e territoriali hanno sollecitato un profondo ripensamento delle scale e delle modalità di pianificazione e governo del territorio. A fronte di un persistente immobilismo normativo a livello nazionale, le Regioni italiane hanno assunto una centralità crescente, diventando attori dominanti nella definizione e gestione delle politiche territoriali. In particolare, le Regioni hanno giocato un ruolo chiave nell'individuazione degli ambiti territoriali considerati ottimali per l'esercizio associato delle funzioni comunali. Tali perimetrazioni mirano a sostenere processi di pianificazione intercomunale, incentivando la sperimentazione di nuove geometrie territoriali capaci di superare le tradizionali logiche locali. La definizione di questi ambiti ottimali rappresenta un'opportunità strategica per "fare spazio" a pratiche di pianificazione più integrate, adattive e coerenti con le specificità morfologiche e funzionali dei territori. In questo quadro si inseriscono le Unioni di Comuni, concepite come modelli bottom-up di aggregazione territoriale. Nate per la gestione associata di servizi e funzioni tra enti locali contigui, le Unioni spesso mostrano traiettorie di definizione disomogenee: non sempre coincidono con gli ambiti ottimali delineati a livello regionale, emergendo talvolta da logiche storiche, politiche o meramente amministrative non coordinate. Questa discrepanza solleva interrogativi sulla reale efficacia di tale livello di governo intercomunale. Il presente contributo propone un'analisi critica e comparativa di alcune esperienze regionali paradigmatiche: la Toscana e il Piemonte. L'obiettivo primario è verificare la coerenza tra gli ambiti ottimali di cooperazione individuati a livello regionale – le UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari) in Toscana e le AIT (Ambiti di Integrazione Territoriale) in Piemonte – e le Unioni di Comuni effettivamente costituite. La metodologia si avvale di un'analisi spaziale approfondita, che prevede la sovrapposizione geometrica tra le perimetrazioni normative degli ambiti regionali e quelle delle Unioni esistenti. Attraverso questa comparazione, lo studio riflette sui criteri concretamente adottati per tali configurazioni – siano essi morfologici, funzionali, ambientali o puramente amministrativi – e sulle implicazioni che queste scelte producono per la governance del territorio. Il risultato atteso è duplice: contribuire al dibattito scientifico su come "dare spazio" a pratiche di pianificazione intercomunale realmente innovative, capaci di adattarsi alle complesse specificità territoriali (morfologiche, funzionali e socio-istituzionali) e superare la tradizionale scala locale. In quest'ottica, si propone l'elaborazione di riferimenti teorico-metodologici e operativi utili alla definizione di criteri più funzionali e performanti per la perimetrazione delle Unioni di Comuni, considerate a tutti gli effetti come laboratori di sperimentazione essenziali per il coordinamento e la pianificazione sovracomunale.
2025
UrbanPromo Progetti per il Paese 22^edizione. Fare spazio_Dare spazio in Urbanistica
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Ambiti Ottimali e Unioni di Comuni. Sfide e Prospettive per la pianificazione intercomunale in Toscana e Piemonte / Mariano, Carmela; Filicetti, Chiara. - (2025), pp. 147-147. (Intervento presentato al convegno UrbanPromo Progetti per il Paese 22^edizione. Fare spazio_Dare spazio in Urbanistica tenutosi a Florence).
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