Numerose sono le questioni storicizzate che la contemporaneità si trova a dover mettere nuovamente in discussione attraverso lenti rinnovate, più sensibili ad aspetti climatici, paesaggistici e patrimoniali. La tensione tra città e campagna è uno di questi temi, da rileggere tentando di affrontarne il dualismo con la volontà di superare la concezione tecnocentrica che interpreta la ruralità come involuzione, in quanto contraria a paradigmi di modernità e progresso. Accogliere invece una visione del territorio più sensibile, che muova dal recupero di spazi agricoli in abbandono, diventa un modo per rispondere alla domanda di habitat sostenibili che l’attualità ci impone. In quest’ottica appare dunque significativo guardare ai luoghi della grande distensione geografica al di fuori dell’urbanizzazione, non propriamente città né già riconoscibili come campagna, in qualità di spazi di integrazione tra ragione e natura da attenzionare per la salvaguardia e la cura del territorio in chiave ecologica ed identitaria. Ambito di sperimentazione particolarmente significativo da approfondire in merito è la Piana Campana, una porzione di territorio rurale prevalentemente pianeggiante e storicamente destinata ad attività agricole che comprende parte delle province di Caserta e Napoli. Fin dall’antichità nota come Campania Felix per la fertilità dei suoi suoli, è stata oggetto di operazioni di bonifica diffuse a partire dal XV secolo che, tramite capillari sistemi di canalizzazione, hanno restituito parte di un’area altrimenti paludosa ad un diffuso uso agricolo e orientato lo sviluppo territoriale verso tradizioni contadine precise, patrimonio immateriale testimoniato però da un fitto sistema di patrimoni rurali dal carattere abitativo-produttivo. Masserie, casine di caccia e pesca, antiche aziende agricole e mulini punteggiano la Piana e costituiscono l’espressione concreta del legame fra l'uomo e la terra. Tutto ciò, sebbene rappresenti un’espressione pura della natura agreste della Campania Felix, non costituisce una forma identitaria per le popolazioni coinvolte o un carattere di attrattività per la zona, che sta cambiando la propria caratterizzazione, venendo spesso appellata come Terra dei fuochi a causa dei fenomeni di inquinamento e combustione di rifiuti che l’hanno recentemente riguardata, con conseguenze notevoli per la salute dei suoli, delle acque e dei suoi abitanti. Agire ora su questo territorio con un progetto sistemico e capillare può rivelarsi un’efficace azione di riscoperta e cura di un paesaggio rurale storicizzato, per quanto costantemente in trasformazione; attraverso fasi successive di scoperta, scomposizione e ricomposizione territoriale si potrebbe riuscire a ridare coerenza ed unità al disegno spaziale che caratterizza la Piana, non solo in termini di elementi che la connotano, ma anche di relazioni che questi intessono per la definizione di un territorio-palinsesto così stratificato, affinché possa essere nuovamente attrattivo in primis per i suoi abitanti.

La riscoperta di un paesaggio rurale per la Piana Campana / De Felice, Elvira. - (2025). (Intervento presentato al convegno LA COSTRUZIONE DEL PAESAGGIO RURALE: PATRIMONI MATERIALI E IMMATERIAL I MEDITERRANEI tenutosi a Ravello).

La riscoperta di un paesaggio rurale per la Piana Campana

Elvira De Felice
2025

Abstract

Numerose sono le questioni storicizzate che la contemporaneità si trova a dover mettere nuovamente in discussione attraverso lenti rinnovate, più sensibili ad aspetti climatici, paesaggistici e patrimoniali. La tensione tra città e campagna è uno di questi temi, da rileggere tentando di affrontarne il dualismo con la volontà di superare la concezione tecnocentrica che interpreta la ruralità come involuzione, in quanto contraria a paradigmi di modernità e progresso. Accogliere invece una visione del territorio più sensibile, che muova dal recupero di spazi agricoli in abbandono, diventa un modo per rispondere alla domanda di habitat sostenibili che l’attualità ci impone. In quest’ottica appare dunque significativo guardare ai luoghi della grande distensione geografica al di fuori dell’urbanizzazione, non propriamente città né già riconoscibili come campagna, in qualità di spazi di integrazione tra ragione e natura da attenzionare per la salvaguardia e la cura del territorio in chiave ecologica ed identitaria. Ambito di sperimentazione particolarmente significativo da approfondire in merito è la Piana Campana, una porzione di territorio rurale prevalentemente pianeggiante e storicamente destinata ad attività agricole che comprende parte delle province di Caserta e Napoli. Fin dall’antichità nota come Campania Felix per la fertilità dei suoi suoli, è stata oggetto di operazioni di bonifica diffuse a partire dal XV secolo che, tramite capillari sistemi di canalizzazione, hanno restituito parte di un’area altrimenti paludosa ad un diffuso uso agricolo e orientato lo sviluppo territoriale verso tradizioni contadine precise, patrimonio immateriale testimoniato però da un fitto sistema di patrimoni rurali dal carattere abitativo-produttivo. Masserie, casine di caccia e pesca, antiche aziende agricole e mulini punteggiano la Piana e costituiscono l’espressione concreta del legame fra l'uomo e la terra. Tutto ciò, sebbene rappresenti un’espressione pura della natura agreste della Campania Felix, non costituisce una forma identitaria per le popolazioni coinvolte o un carattere di attrattività per la zona, che sta cambiando la propria caratterizzazione, venendo spesso appellata come Terra dei fuochi a causa dei fenomeni di inquinamento e combustione di rifiuti che l’hanno recentemente riguardata, con conseguenze notevoli per la salute dei suoli, delle acque e dei suoi abitanti. Agire ora su questo territorio con un progetto sistemico e capillare può rivelarsi un’efficace azione di riscoperta e cura di un paesaggio rurale storicizzato, per quanto costantemente in trasformazione; attraverso fasi successive di scoperta, scomposizione e ricomposizione territoriale si potrebbe riuscire a ridare coerenza ed unità al disegno spaziale che caratterizza la Piana, non solo in termini di elementi che la connotano, ma anche di relazioni che questi intessono per la definizione di un territorio-palinsesto così stratificato, affinché possa essere nuovamente attrattivo in primis per i suoi abitanti.
2025
LA COSTRUZIONE DEL PAESAGGIO RURALE: PATRIMONI MATERIALI E IMMATERIAL I MEDITERRANEI
Piana Campana; spazi agricoli in abbandono; paesaggio agricolo produttivo; progetto contemporaneo per la campagna; patrimoni rurali
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La riscoperta di un paesaggio rurale per la Piana Campana / De Felice, Elvira. - (2025). (Intervento presentato al convegno LA COSTRUZIONE DEL PAESAGGIO RURALE: PATRIMONI MATERIALI E IMMATERIAL I MEDITERRANEI tenutosi a Ravello).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1754510
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