Introduzione: L’Accelerated Long-Term Forgetting (ALF) è un fenomeno neuropsicologico caratterizzato da un’anomala perdita di informazioni a lungo termine, nonostante una ritenzione iniziale nella norma, che si manifesta esclusivamente dopo intervalli di tempo prolungati (≥ 1 ora). Questo fenomeno non è rilevabile tramite i test neuropsicologici standard, che prevedono solitamente richiami differiti entro i 30 minuti, ma potrebbe rappresentare un marcatore neuropsicologico precoce di neurodegenerazione nella fase preclinica della Malattia di Alzheimer (AD). Questa revisione sistematica e meta-analisi ha l’obiettivo di sintetizzare criticamente le attuali evidenze sull’ALF nella fase preclinica dell’AD. Metodi: È stata condotta una revisione sistematica secondo le linee guida PRISMA (aggiornata a maggio 2025), includendo studi osservazionali su popolazioni neurologiche in cui venivano somministrati test di memoria con richiami differiti ≥ 30 minuti, confrontando le prestazioni con gruppi di controllo. Dei 74 studi inclusi, 11 hanno indagato l’ALF in soggetti nella fase preclinica di AD, definita sulla base di fattori genetici (APOE ε4), biomarcatori (Aβ42, T-tau e P-tau) o della presenza di Disturbo Soggettivo di Memoria (SCD). Di questi studi, 5 riportavano dati quantitativi completi su test di memoria verbale con richiamo differito a 1 settimana, e sono stati inclusi in una meta-analisi a effetti casuali (Cohen’s d, IC95%, p, I²). Risultati: La meta-analisi (n =107) ha evidenziato un effetto moderato a favore dei controlli (Cohen’s d = 0.53, IC95% [0.07, 0.98], p = .032), suggerendo un oblio accelerato delle informazioni a lungo termine nei soggetti in fase preclinica di AD. L’eterogeneità tra gli studi è risultata bassa (I² = 21.2%). Conclusioni: I risultati della presente revisione sistematica e meta-analisi supportano l’ALF come potenziale marcatore neuropsicologico precoce della fase preclinica di AD. L’inclusione sistematica di test di memoria con richiami differiti ad intervalli prolungati, come quelli a 1 settimana, potrebbe potenziare l’identificazione precoce dei soggetti a rischio.
Accelerated Long-Term Forgetting come marcatore neuropsicologico precoce della fase pre-clinica della Malattia di Alzheimer: una Revisione Sistematica e Meta-Analisi / Pizzoni, L; Di Piero, A; Blasutto, B; Piccardi, L; Guariglia, C.. - (2025). (Intervento presentato al convegno 35th Alzheimer Europe Conference tenutosi a Bologna).
Accelerated Long-Term Forgetting come marcatore neuropsicologico precoce della fase pre-clinica della Malattia di Alzheimer: una Revisione Sistematica e Meta-Analisi
Pizzoni, L
;Di Piero, A;Blasutto, B;Piccardi, L;Guariglia, C.
2025
Abstract
Introduzione: L’Accelerated Long-Term Forgetting (ALF) è un fenomeno neuropsicologico caratterizzato da un’anomala perdita di informazioni a lungo termine, nonostante una ritenzione iniziale nella norma, che si manifesta esclusivamente dopo intervalli di tempo prolungati (≥ 1 ora). Questo fenomeno non è rilevabile tramite i test neuropsicologici standard, che prevedono solitamente richiami differiti entro i 30 minuti, ma potrebbe rappresentare un marcatore neuropsicologico precoce di neurodegenerazione nella fase preclinica della Malattia di Alzheimer (AD). Questa revisione sistematica e meta-analisi ha l’obiettivo di sintetizzare criticamente le attuali evidenze sull’ALF nella fase preclinica dell’AD. Metodi: È stata condotta una revisione sistematica secondo le linee guida PRISMA (aggiornata a maggio 2025), includendo studi osservazionali su popolazioni neurologiche in cui venivano somministrati test di memoria con richiami differiti ≥ 30 minuti, confrontando le prestazioni con gruppi di controllo. Dei 74 studi inclusi, 11 hanno indagato l’ALF in soggetti nella fase preclinica di AD, definita sulla base di fattori genetici (APOE ε4), biomarcatori (Aβ42, T-tau e P-tau) o della presenza di Disturbo Soggettivo di Memoria (SCD). Di questi studi, 5 riportavano dati quantitativi completi su test di memoria verbale con richiamo differito a 1 settimana, e sono stati inclusi in una meta-analisi a effetti casuali (Cohen’s d, IC95%, p, I²). Risultati: La meta-analisi (n =107) ha evidenziato un effetto moderato a favore dei controlli (Cohen’s d = 0.53, IC95% [0.07, 0.98], p = .032), suggerendo un oblio accelerato delle informazioni a lungo termine nei soggetti in fase preclinica di AD. L’eterogeneità tra gli studi è risultata bassa (I² = 21.2%). Conclusioni: I risultati della presente revisione sistematica e meta-analisi supportano l’ALF come potenziale marcatore neuropsicologico precoce della fase preclinica di AD. L’inclusione sistematica di test di memoria con richiami differiti ad intervalli prolungati, come quelli a 1 settimana, potrebbe potenziare l’identificazione precoce dei soggetti a rischio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


