La Dipendenza Affettiva Patologica (DAP) è una condizione psicologica caratterizzata dalla tendenza a mantenere una relazione a ogni costo, anche quando questa diventa fonte di sofferenza. Si ipotizza che la DAP origini dalla frustrazione di tre bisogni fondamentali – amore, valore e sicurezza – che non hanno trovato soddisfazione nelle relazioni primarie di accudimento, rendendo l’individuo più vulnerabile al coinvolgimento in relazioni violente. La DAP è stata identificata come una condizione latente che si attiva in presenza di un partner abusante, intrappolando la vittima all’interno della relazione problematica per lunghi periodi e aumentando il rischio di gravi conseguenze psicologiche. La dinamica relazionale tra vittima e maltrattante è caratterizzata da cicli interpersonali - schemi ripetitivi di comportamento che suscitano risposte prevedibili nell’altro e alimentano la violenza nel tempo. Questo contributo propone una lettura cognitivista dei processi e dei contenuti mentali che sostengono il legame disfunzionale tra vittima e maltrattante, introducendo un modello teorico della DAP che integra il contributo di entrambi i partner nel mantenimento della relazione abusante. Si propone che la DAP rappresenti un fattore trasversale alla violenza nelle relazioni intime. In questo quadro, si ipotizza che il ruolo di vittima o di maltrattante non sia rigidamente predeterminato, ma piuttosto dipenda dalla modalità con cui la DAP si esprime nella regolazione dei bisogni di autonomia e dipendenza. La vittima, spinta dalla paura dell’abbandono, tende a dissolvere i propri confini, sacrificando sé stessa; l’abusante, al contrario, erige barriere insormontabili, rifuggendo il coinvolgimento emotivo per timore di perdere il controllo. In questo gioco di specchi, si intrecciano strategie di coping complementari: chi teme la lontananza si aggrappa disperatamente, chi teme la vicinanza si ritrae fino a scomparire. Così, il legame diviene un vortice in cui l’uno insegue e l’altro fugge, alimentando un ciclo perpetuo di ipercoinvolgimento e distacco, in cui il bisogno dell’uno si scontra con la resistenza dell’altro, generando frustrazione, insicurezza e un senso di dipendenza emotiva sempre più profondo. Paradossalmente, in presenza di un partner emotivamente disponibile, un individuo con DAP potrebbe incarnare il ruolo dell’abusante, mentre con un partner maltrattante potrebbe assumere il ruolo della vittima. Comprendere la DAP come un fattore bidirezionale nel ciclo della violenza apre nuove prospettive per lo sviluppo di interventi mirati sulla regolazione dei confini relazionali, promuovendo un’azione efficace per ridurre la vulnerabilità sia delle vittime che dei maltrattanti.

Troppo vicini, troppo lontani: la Dipendenza Affettiva e il legame indissolubile tra Vittima e Maltrattante / Papa, Carolina; Pugliese, Erica. - (2025). (Intervento presentato al convegno XXII Congresso Nazionale SITCC tenutosi a Chia, Sardegna).

Troppo vicini, troppo lontani: la Dipendenza Affettiva e il legame indissolubile tra Vittima e Maltrattante

Carolina Papa;Erica Pugliese
2025

Abstract

La Dipendenza Affettiva Patologica (DAP) è una condizione psicologica caratterizzata dalla tendenza a mantenere una relazione a ogni costo, anche quando questa diventa fonte di sofferenza. Si ipotizza che la DAP origini dalla frustrazione di tre bisogni fondamentali – amore, valore e sicurezza – che non hanno trovato soddisfazione nelle relazioni primarie di accudimento, rendendo l’individuo più vulnerabile al coinvolgimento in relazioni violente. La DAP è stata identificata come una condizione latente che si attiva in presenza di un partner abusante, intrappolando la vittima all’interno della relazione problematica per lunghi periodi e aumentando il rischio di gravi conseguenze psicologiche. La dinamica relazionale tra vittima e maltrattante è caratterizzata da cicli interpersonali - schemi ripetitivi di comportamento che suscitano risposte prevedibili nell’altro e alimentano la violenza nel tempo. Questo contributo propone una lettura cognitivista dei processi e dei contenuti mentali che sostengono il legame disfunzionale tra vittima e maltrattante, introducendo un modello teorico della DAP che integra il contributo di entrambi i partner nel mantenimento della relazione abusante. Si propone che la DAP rappresenti un fattore trasversale alla violenza nelle relazioni intime. In questo quadro, si ipotizza che il ruolo di vittima o di maltrattante non sia rigidamente predeterminato, ma piuttosto dipenda dalla modalità con cui la DAP si esprime nella regolazione dei bisogni di autonomia e dipendenza. La vittima, spinta dalla paura dell’abbandono, tende a dissolvere i propri confini, sacrificando sé stessa; l’abusante, al contrario, erige barriere insormontabili, rifuggendo il coinvolgimento emotivo per timore di perdere il controllo. In questo gioco di specchi, si intrecciano strategie di coping complementari: chi teme la lontananza si aggrappa disperatamente, chi teme la vicinanza si ritrae fino a scomparire. Così, il legame diviene un vortice in cui l’uno insegue e l’altro fugge, alimentando un ciclo perpetuo di ipercoinvolgimento e distacco, in cui il bisogno dell’uno si scontra con la resistenza dell’altro, generando frustrazione, insicurezza e un senso di dipendenza emotiva sempre più profondo. Paradossalmente, in presenza di un partner emotivamente disponibile, un individuo con DAP potrebbe incarnare il ruolo dell’abusante, mentre con un partner maltrattante potrebbe assumere il ruolo della vittima. Comprendere la DAP come un fattore bidirezionale nel ciclo della violenza apre nuove prospettive per lo sviluppo di interventi mirati sulla regolazione dei confini relazionali, promuovendo un’azione efficace per ridurre la vulnerabilità sia delle vittime che dei maltrattanti.
2025
XXII Congresso Nazionale SITCC
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Troppo vicini, troppo lontani: la Dipendenza Affettiva e il legame indissolubile tra Vittima e Maltrattante / Papa, Carolina; Pugliese, Erica. - (2025). (Intervento presentato al convegno XXII Congresso Nazionale SITCC tenutosi a Chia, Sardegna).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1751360
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