Le comunità svantaggiate sono notevolmente aumentate nell’ultimo decennio per gli effetti della crisi economica mondiale che ha allargato le disuguaglianze sociali e ha limitato l’accesso ai servizi, all’abitazione, alle cure sanitarie, ecc. In Europa si è così palesata una “nuova questione sociale” che non ha risparmiato neppure le città da sempre ritenute esemplari in termini di equità sociale e di benessere. In questo scenario l’urbanistica è chiamata a svolgere un ruolo importante nella costruzione di città che oltre ad essere “resilienti”, “sicure” e “sostenibili”, possano essere anche “inclusive” incidendo sulla “qualità” di vita delle popolazioni. Il binomio città inclusiva- città sana è presente in alcune recenti esperienze internazionali in cui le politiche e i piani di rigenerazione urbana, mettendo al centro la salute e il benessere delle popolazioni, si dimostrano tanto più efficaci quanto più sono in grado di sviluppare sinergie di natura trasversale e quanto più sono “filtrate” dalle esperienze dei cittadini. Tra queste città Glasgow e Malmö stanno sperimentando nei quartieri più difficili nuovi modelli valutativi degli spazi urbani all’interno dei processi di pianificazione per promuovere condizioni di vita più eque e favorevoli al benessere e all’inclusione sociale.
L’inclusività per una città socialmente equilibrata: politiche e piani. Il caso di Glasgow e Malmö / Camaioni, Chiara; D'Onofrio, Rosalba; Trusiani, Elio. - (2018), pp. 116-121. (Intervento presentato al convegno Il bisogno di giustizia nella città che cambia Atti della Conferenza Internazionale, 23 novembre 2017 Urbanpromo - XV Edizione Progetto Paese, Triennale di Milano tenutosi a Milano-Triennale).
L’inclusività per una città socialmente equilibrata: politiche e piani. Il caso di Glasgow e Malmö
Chiara Camaioni;Elio Trusiani
2018
Abstract
Le comunità svantaggiate sono notevolmente aumentate nell’ultimo decennio per gli effetti della crisi economica mondiale che ha allargato le disuguaglianze sociali e ha limitato l’accesso ai servizi, all’abitazione, alle cure sanitarie, ecc. In Europa si è così palesata una “nuova questione sociale” che non ha risparmiato neppure le città da sempre ritenute esemplari in termini di equità sociale e di benessere. In questo scenario l’urbanistica è chiamata a svolgere un ruolo importante nella costruzione di città che oltre ad essere “resilienti”, “sicure” e “sostenibili”, possano essere anche “inclusive” incidendo sulla “qualità” di vita delle popolazioni. Il binomio città inclusiva- città sana è presente in alcune recenti esperienze internazionali in cui le politiche e i piani di rigenerazione urbana, mettendo al centro la salute e il benessere delle popolazioni, si dimostrano tanto più efficaci quanto più sono in grado di sviluppare sinergie di natura trasversale e quanto più sono “filtrate” dalle esperienze dei cittadini. Tra queste città Glasgow e Malmö stanno sperimentando nei quartieri più difficili nuovi modelli valutativi degli spazi urbani all’interno dei processi di pianificazione per promuovere condizioni di vita più eque e favorevoli al benessere e all’inclusione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


