Molte ricerche hanno già dimostrato che bambini e ragazzi, protagonisti della vita scolastica quotidiana, sono in grado di compiere importanti riflessioni e offrire significative informazioni su insegnamento e apprendimento. Gli studenti, allora, possono rappresentare “voci” alle quali insegnanti e decisori politici devono porre ascolto in relazione alle proprie azioni per il particolare punto di vista che offrono, punto di vista legittimato in modo duplice dalla loro competenza e dalla finalità dell’intero sistema di istruzione, che li riguarda strettamente . Legittimare le prospettive degli studenti, in funzione dei diversi contributi che essi possono dare al miglioramento delle attuali pratiche educative, alla riformulazione dei progetti di riforma, all’enunciazione degli impegni di rinnovamento non ancora intrapresi è allora una prospettiva che dal mondo della ricerca ha l’ambizione di muovere in direzione della realtà. Se l’emersione della prospettiva student voice ha reso così evidente da essere imbarazzante la mancanza di ascolto, di spazio, di rilevazione delle percezioni, opinioni, proposte e progetti degli studenti, la porzione di studenti rappresentata dai dropout, rappresenta un paradosso nel paradosso essendo la loro voce, ritenuta, di fatto, ancora meno degna di ascolto. Eppure proprio da coloro che ne sono espulsi o coloro che lo rifiutano potremmo ricavare indicazioni estremamente importanti sul sistema di istruzione . La dispersione scolastica è un fenomeno complesso per il quale “tecnicamente fa riferimento ai tassi di abbandono e di ripetenza ovvero all’insuccesso scolastico. Si verifica una dispersione del cumulo delle aspettative formative. Si disperde l’attrezzatura culturale degli utenti e si rileva un’assenza di azioni per il massimo sviluppo del patrimonio culturale individuale” Ci riferiamo cioè sia all’abbandono prematuro della scuola da parte di un ragazzo sia alla percentuale degli alunni che vengono bocciati e che sono costretti a ripetere l’anno. Le cause che determinano la dispersone sono molteplici e molteplici sono le modalità nelle quali fenomeni legati al disagio scolastico possono tradursi in dispersione: mancati ingressi, evasione dell’obbligo, frequenze irregolari, ripetenze, abbandoni veri e propri. Occorre quindi sottolineare che non sempre “dispersione” è sinonimo di “abbandono”, ossia di “interruzione di frequenza” alcuni dei fattori che concorrono a definire il concetto di “dispersione” si riferiscono, piuttosto che all’abbandono vero e proprio, ad insuccessi scolastici che costituiscono, se tradotti in bocciatura un significativo incremento della probabilità di abbandono. La voce dei dropout contribuisce a una comprensione
Dropout: i motivi dell'abbandono in prospettiva student voice / Batini, Federico. - 185:(2015), pp. 1003-1010. (Intervento presentato al convegno Pedagogia militante. Diritti, culture, territori tenutosi a Catania).
Dropout: i motivi dell'abbandono in prospettiva student voice
BATINI, Federico
2015
Abstract
Molte ricerche hanno già dimostrato che bambini e ragazzi, protagonisti della vita scolastica quotidiana, sono in grado di compiere importanti riflessioni e offrire significative informazioni su insegnamento e apprendimento. Gli studenti, allora, possono rappresentare “voci” alle quali insegnanti e decisori politici devono porre ascolto in relazione alle proprie azioni per il particolare punto di vista che offrono, punto di vista legittimato in modo duplice dalla loro competenza e dalla finalità dell’intero sistema di istruzione, che li riguarda strettamente . Legittimare le prospettive degli studenti, in funzione dei diversi contributi che essi possono dare al miglioramento delle attuali pratiche educative, alla riformulazione dei progetti di riforma, all’enunciazione degli impegni di rinnovamento non ancora intrapresi è allora una prospettiva che dal mondo della ricerca ha l’ambizione di muovere in direzione della realtà. Se l’emersione della prospettiva student voice ha reso così evidente da essere imbarazzante la mancanza di ascolto, di spazio, di rilevazione delle percezioni, opinioni, proposte e progetti degli studenti, la porzione di studenti rappresentata dai dropout, rappresenta un paradosso nel paradosso essendo la loro voce, ritenuta, di fatto, ancora meno degna di ascolto. Eppure proprio da coloro che ne sono espulsi o coloro che lo rifiutano potremmo ricavare indicazioni estremamente importanti sul sistema di istruzione . La dispersione scolastica è un fenomeno complesso per il quale “tecnicamente fa riferimento ai tassi di abbandono e di ripetenza ovvero all’insuccesso scolastico. Si verifica una dispersione del cumulo delle aspettative formative. Si disperde l’attrezzatura culturale degli utenti e si rileva un’assenza di azioni per il massimo sviluppo del patrimonio culturale individuale” Ci riferiamo cioè sia all’abbandono prematuro della scuola da parte di un ragazzo sia alla percentuale degli alunni che vengono bocciati e che sono costretti a ripetere l’anno. Le cause che determinano la dispersone sono molteplici e molteplici sono le modalità nelle quali fenomeni legati al disagio scolastico possono tradursi in dispersione: mancati ingressi, evasione dell’obbligo, frequenze irregolari, ripetenze, abbandoni veri e propri. Occorre quindi sottolineare che non sempre “dispersione” è sinonimo di “abbandono”, ossia di “interruzione di frequenza” alcuni dei fattori che concorrono a definire il concetto di “dispersione” si riferiscono, piuttosto che all’abbandono vero e proprio, ad insuccessi scolastici che costituiscono, se tradotti in bocciatura un significativo incremento della probabilità di abbandono. La voce dei dropout contribuisce a una comprensioneI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


