Pier Donato Cesi (1522?-1586) fu uno dei più illustri cardinali italiani del Cinquecento, rivestendo un ruolo di primo piano sia come amministratore, sia come raffinato committente di opere artistiche e architettoniche. Vescovo di Narni dal 1546, esordì dieci anni dopo nell’amministrazione pontificia come Presidente della Legazione di Romagna, regnante Paolo IV Carafa (1555-1559), e si distinse in quei territori per i lavori pubblici intrapresi e per il restauro e l’abbellimento della principale piazza di Ravenna. Questa fase della vita e delle opere del Cesi è forse quella meno indagata, per quanto alcune realizzazioni costituiscano un significativo precedente per la sua successiva attività a Bologna, durante la legazione di Carlo Borromeo, al quale Pio IV Medici di Marignano (1559-1565) volle affiancare il Cesi come vicelegato. Data l’assenza del Borromeo, costantemente a Roma, tutti gli impegni amministrativi e di governo ricaddero sulle spalle del vicelegato, che impresse profonde trasformazioni urbanistiche e architettoniche al centro cittadino, creando ex novo o rimodernando le piazze principali e gli edifici che ancor oggi le fronteggiano (piazza e fontana del Nettuno, piazza del Mercato e fontana Vecchia, palazzo del Legato, portico dei Banchi, ospedale della Morte, piazza delle Scole e Archiginnasio). Tornato a Roma, e cardinale dal 1570, Cesi si occupò di architettura ecclesiastica e, soprattutto, delle proprie residenze private, tra le quasi assume un particolare rilievo il palazzo di Cantalupo in Sabina.
«Tanto inclinato alle fabriche». La committenza architettonica del cardinale Pier Donato Cesi / Ricci, Maurizio. - (2025), pp. 126-141. (Intervento presentato al convegno L’Europa della porpora. Arte e politica dei Principi della Chiesa 1564-1605 tenutosi a Roma).
«Tanto inclinato alle fabriche». La committenza architettonica del cardinale Pier Donato Cesi
Ricci, Maurizio
2025
Abstract
Pier Donato Cesi (1522?-1586) fu uno dei più illustri cardinali italiani del Cinquecento, rivestendo un ruolo di primo piano sia come amministratore, sia come raffinato committente di opere artistiche e architettoniche. Vescovo di Narni dal 1546, esordì dieci anni dopo nell’amministrazione pontificia come Presidente della Legazione di Romagna, regnante Paolo IV Carafa (1555-1559), e si distinse in quei territori per i lavori pubblici intrapresi e per il restauro e l’abbellimento della principale piazza di Ravenna. Questa fase della vita e delle opere del Cesi è forse quella meno indagata, per quanto alcune realizzazioni costituiscano un significativo precedente per la sua successiva attività a Bologna, durante la legazione di Carlo Borromeo, al quale Pio IV Medici di Marignano (1559-1565) volle affiancare il Cesi come vicelegato. Data l’assenza del Borromeo, costantemente a Roma, tutti gli impegni amministrativi e di governo ricaddero sulle spalle del vicelegato, che impresse profonde trasformazioni urbanistiche e architettoniche al centro cittadino, creando ex novo o rimodernando le piazze principali e gli edifici che ancor oggi le fronteggiano (piazza e fontana del Nettuno, piazza del Mercato e fontana Vecchia, palazzo del Legato, portico dei Banchi, ospedale della Morte, piazza delle Scole e Archiginnasio). Tornato a Roma, e cardinale dal 1570, Cesi si occupò di architettura ecclesiastica e, soprattutto, delle proprie residenze private, tra le quasi assume un particolare rilievo il palazzo di Cantalupo in Sabina.| File | Dimensione | Formato | |
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