Sebbene numerosi adagi mettano in guardia dal giudicare le persone dal loro aspetto, formiamo i nostri giudizi, in maniera estremamente rapida ed inconsapevole, basandoci non solo su caratteristiche mutevoli, frutto di scelte personali, ma anche su attributi stabili ed ereditari, relativi, ad esempio, alla morfologia facciale. Secondo la prospettiva ecologica, le risposte automatiche suscitate dal volto dei bambini risulterebbero talmente adattive da essere generalizzate ad individui dai tratti infantili. Tale fenomeno, noto come “baby face overgeneralization effect” (Montepare & Zebrowitz, 1998) porterebbe a giudicare gli individui che presentano caratteristiche facciali tipiche dell’infanzia (viso rotondo, occhi grandi, naso e mento minuto, fronte spaziosa) come più infantili, anche a livello psicologico. Prendendo a riferimento la più recente ed accreditata classificazione delle dimensioni fondamentali del giudizio sociale, tali individui verrebbero percepiti come meno abili ed assertivi (sfaccettature della dimensione “Vertical”) e più amichevoli e morali (sottodimensioni di “Horizontal”). Gli studi frequentemente citati in letteratura sostengono la pervasività del baby face overgeneralization effect, mentre le evidenze a sostegno dell’accuratezza di tali giudizi stereotipici risultano contraddittorie. Con l’obiettivo di offrire una sintesi della letteratura guidata da un approccio oggettivo, esplicito e replicabile, è stata condotta una revisione sistematica sul “baby face stereotype” e sulla sua accuratezza. Identificati 94 articoli attraverso la consultazione di 5 banche dati, 13 studi sono stati inclusi nella sintesi qualitativa. I risultati restituiscono un quadro articolato per cui le evidenze relative al “baby face stereotype”, maggiormente indagato rispetto alla sua accuratezza, offrono sostegno soprattutto all’associazione tra percezione di potere e tratti del volto infantili. Dai risultati sembrano emergere utili spunti di riflessione relativamente all’interesse preferenziale mostrato dalla comunità scientifica verso determinate culture, processi e (sotto)dimensioni oggetto di indagine e rispetto all’utilità di tenere in considerazione le differenze individuali e di genere nello studio del baby face stereotype e della sua accuratezza.

Baby Face, Baby Traits: una revisione sistematica sul "babyface stereotype" e la sua accuratezza / Sorvillo, Sofia; Baldner, Conrad; Livi, Stefano. - (2025). (Intervento presentato al convegno XIX Congresso Nazionale della Sezione della Psicologia Sociale dell'AIP tenutosi a Bergamo, Italia).

Baby Face, Baby Traits: una revisione sistematica sul "babyface stereotype" e la sua accuratezza

Sofia Sorvillo;Conrad Baldner;Stefano Livi
2025

Abstract

Sebbene numerosi adagi mettano in guardia dal giudicare le persone dal loro aspetto, formiamo i nostri giudizi, in maniera estremamente rapida ed inconsapevole, basandoci non solo su caratteristiche mutevoli, frutto di scelte personali, ma anche su attributi stabili ed ereditari, relativi, ad esempio, alla morfologia facciale. Secondo la prospettiva ecologica, le risposte automatiche suscitate dal volto dei bambini risulterebbero talmente adattive da essere generalizzate ad individui dai tratti infantili. Tale fenomeno, noto come “baby face overgeneralization effect” (Montepare & Zebrowitz, 1998) porterebbe a giudicare gli individui che presentano caratteristiche facciali tipiche dell’infanzia (viso rotondo, occhi grandi, naso e mento minuto, fronte spaziosa) come più infantili, anche a livello psicologico. Prendendo a riferimento la più recente ed accreditata classificazione delle dimensioni fondamentali del giudizio sociale, tali individui verrebbero percepiti come meno abili ed assertivi (sfaccettature della dimensione “Vertical”) e più amichevoli e morali (sottodimensioni di “Horizontal”). Gli studi frequentemente citati in letteratura sostengono la pervasività del baby face overgeneralization effect, mentre le evidenze a sostegno dell’accuratezza di tali giudizi stereotipici risultano contraddittorie. Con l’obiettivo di offrire una sintesi della letteratura guidata da un approccio oggettivo, esplicito e replicabile, è stata condotta una revisione sistematica sul “baby face stereotype” e sulla sua accuratezza. Identificati 94 articoli attraverso la consultazione di 5 banche dati, 13 studi sono stati inclusi nella sintesi qualitativa. I risultati restituiscono un quadro articolato per cui le evidenze relative al “baby face stereotype”, maggiormente indagato rispetto alla sua accuratezza, offrono sostegno soprattutto all’associazione tra percezione di potere e tratti del volto infantili. Dai risultati sembrano emergere utili spunti di riflessione relativamente all’interesse preferenziale mostrato dalla comunità scientifica verso determinate culture, processi e (sotto)dimensioni oggetto di indagine e rispetto all’utilità di tenere in considerazione le differenze individuali e di genere nello studio del baby face stereotype e della sua accuratezza.
2025
XIX Congresso Nazionale della Sezione della Psicologia Sociale dell'AIP
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Baby Face, Baby Traits: una revisione sistematica sul "babyface stereotype" e la sua accuratezza / Sorvillo, Sofia; Baldner, Conrad; Livi, Stefano. - (2025). (Intervento presentato al convegno XIX Congresso Nazionale della Sezione della Psicologia Sociale dell'AIP tenutosi a Bergamo, Italia).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1747594
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