Pilgrimage and the prehistory of landscape

According to Joachim Ritter, aesthetic sensitivity to landscape arose in the modern age as a response to and a remedy for the objectivation of nature and its alienation from subjectivity. The appreciation of a landscape would compensate for the loss of the holistic relationship with nature that characterized the ancient theoretical worldview. Although Ritter’s theory allows us to account for both elements of continuity and discontinuity in the transformation of our relationship with nature, the way he refers to an indeterminate conception of the totality of the Universe, valid from Antiquity to the Middle Ages, is questionable. This article suggests that, prior to modernity, a non-instrumental approach to nature could be found in the practice of Christian pilgrimage, thanks to its experiential dimension. The origin of landscape could be identified in the secularization of the Franciscan experience of nature as a figure of heaven.

Secondo Joachim Ritter, la sensibilità estetica al paesaggio è sorta in età moderna come risposta e rimedio all’oggettivazione della natura e alla sua alienazione dalla soggettività. L’apprezzamento di un paesaggio avrebbe compensato la perdita del rapporto olistico con la natura che caratterizzava la visione teorica antica. Sebbene la teoria di Ritter consenta di tener conto sia degli elementi di continuità sia di quelli di discontinuità nella trasformazione del nostro rapporto con la natura, è discutibile il modo in cui egli si riferisce a una concezione indeterminata della totalità dell’Universo, valida dall’Antichità al Medioevo. Questo articolo suggerisce che, prima della modernità, un approccio non strumentale alla natura poteva essere rintracciato nella pratica del pellegrinaggio cristiano, grazie alla sua dimensione esperienziale. L’origine del paesaggio potrebbe essere identificata nella secolarizzazione dell’esperienza francescana della natura come figura del cielo.