L'’èkphrasis nelle narrazioni bibliche evidenzia come la parola possa sostituire l’immagine, evocando con dettagli accurati edifici e spazi sacri. In assenza di rappresentazioni visive, i testi biblici utilizzano descrizioni che invitano il lettore a ricostruire mentalmente la forma e il significato dei luoghi sacri, trasformando ogni dettaglio in un simbolo che va oltre la dimensione materiale. Questa logica, in cui la descrizione dei luoghi biblici non è solo funzionale, ma carica di significato simbolico, si ma-nifesta nella narrazione del Tempio di Salomone, della Gerusalemme Celeste e del Tabernacolo di Mosè. Quest’ultimo, in particolare, è presentato come una tenda sacra, i cui materiali e proporzioni riflettono la presenza divina tra il popolo d’Israele, pur senza essere realmente costruito. L’èkphrasisbiblica non solo guida la riflessione teologica, ma stimola anche un’indagine teorica sull’architettura, come dimostra lo studio di Giuseppe Boschi, che, pur distaccandosi dal significato spirituale, esplora le proporzioni e la geometria del Tabernacolo, trattandolo come un esempio universale di armonia architettonica. In questo modo, l’èkphrasis biblica intreccia le dimensioni immaginative e teoriche, mettendo in luce il rapporto tra il divino e l’umano nell’architettura

L’èkphrasis biblica. Il Tabernacolo di Mosè e Giuseppe Boschi / Attenni, Martina; Griffo, Marika. - (2025), pp. 127-146. (Intervento presentato al convegno 46° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione. tenutosi a Roma) [10.3280/oa-1430-c764].

L’èkphrasis biblica. Il Tabernacolo di Mosè e Giuseppe Boschi

Marika Griffo
2025

Abstract

L'’èkphrasis nelle narrazioni bibliche evidenzia come la parola possa sostituire l’immagine, evocando con dettagli accurati edifici e spazi sacri. In assenza di rappresentazioni visive, i testi biblici utilizzano descrizioni che invitano il lettore a ricostruire mentalmente la forma e il significato dei luoghi sacri, trasformando ogni dettaglio in un simbolo che va oltre la dimensione materiale. Questa logica, in cui la descrizione dei luoghi biblici non è solo funzionale, ma carica di significato simbolico, si ma-nifesta nella narrazione del Tempio di Salomone, della Gerusalemme Celeste e del Tabernacolo di Mosè. Quest’ultimo, in particolare, è presentato come una tenda sacra, i cui materiali e proporzioni riflettono la presenza divina tra il popolo d’Israele, pur senza essere realmente costruito. L’èkphrasisbiblica non solo guida la riflessione teologica, ma stimola anche un’indagine teorica sull’architettura, come dimostra lo studio di Giuseppe Boschi, che, pur distaccandosi dal significato spirituale, esplora le proporzioni e la geometria del Tabernacolo, trattandolo come un esempio universale di armonia architettonica. In questo modo, l’èkphrasis biblica intreccia le dimensioni immaginative e teoriche, mettendo in luce il rapporto tra il divino e l’umano nell’architettura
2025
46° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione.
Giuseppe Boschi, tabernacolo, architettura effimera, storia della rappresentazione, ricostruzione grafica.L’èkphrasis biblica. Il Tabernacolo di Mosè e Giuseppe BoschiMartina AttenniMarika GriffoRappresentazioni del Tabernacolo di Mosè nel corso dei secoli.
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
L’èkphrasis biblica. Il Tabernacolo di Mosè e Giuseppe Boschi / Attenni, Martina; Griffo, Marika. - (2025), pp. 127-146. (Intervento presentato al convegno 46° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione. tenutosi a Roma) [10.3280/oa-1430-c764].
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1746416
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