La memoria: colpa o traguardo? Scelta oppure obbligo? Processo giusto o corretto? L’attualità, nella sua essenza anestetizzante, trasforma il reale in iper-reale, l’architettura in sfondo e le sensazioni in performance. Di conseguenza, il “messaggio connotativo” (Barthes, 1977) si impone come unico, essenziale, predominante, rendendo superflua l’esistenza di una “denotazione” (Barthes,1977) oggettivata del reale. Altresì, la vita diviene fondamento spettacolarizzato, denigrato, consumato ed infine, dimenticato. In tale panorama, l’uomo mnemonista si presenta come inquisitore, domandando a sé stesso e al mondo, quanto di lui esista, scovando affinità e risposte nei significati metaforici della propria città. La figuratività degli edifici e le parole, oggi scissi in due entità, reclamano a gran voce di essere interpretati e non solo letti. L’epoca “post-psicologica” (Vidler, 2000) prende così forma, mentre la memoria storica posa le sue radici senza toccare il suolo.
Mnemonista / Marzilli, Fabrizio. - (2023), pp. 822-823. (Intervento presentato al convegno Decimo Forum ProArch. Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16. tenutosi a Genova).
Mnemonista
Fabrizio Marzilli
2023
Abstract
La memoria: colpa o traguardo? Scelta oppure obbligo? Processo giusto o corretto? L’attualità, nella sua essenza anestetizzante, trasforma il reale in iper-reale, l’architettura in sfondo e le sensazioni in performance. Di conseguenza, il “messaggio connotativo” (Barthes, 1977) si impone come unico, essenziale, predominante, rendendo superflua l’esistenza di una “denotazione” (Barthes,1977) oggettivata del reale. Altresì, la vita diviene fondamento spettacolarizzato, denigrato, consumato ed infine, dimenticato. In tale panorama, l’uomo mnemonista si presenta come inquisitore, domandando a sé stesso e al mondo, quanto di lui esista, scovando affinità e risposte nei significati metaforici della propria città. La figuratività degli edifici e le parole, oggi scissi in due entità, reclamano a gran voce di essere interpretati e non solo letti. L’epoca “post-psicologica” (Vidler, 2000) prende così forma, mentre la memoria storica posa le sue radici senza toccare il suolo.| File | Dimensione | Formato | |
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