Lo spreco alimentare costituisce una sfida sistemica che intreccia dimensioni ambientali, economiche, sociali e giuridiche, richiedendo un superamento dell’approccio frammentario oggi dominante. Nonostante l’affermazione a livello europeo del principio di prevenzione nella gestione dei rifiuti, l’Italia continua a privilegiare la redistribuzione volontaria delle eccedenze, mancando di strumenti normativi vincolanti capaci di affrontare lo spreco alla radice. Il presente contributo propone una qualificazione giuridica dello spreco alimentare come rifiuto evitabile, collocandolo all’apice della gerarchia dei rifiuti e valorizzando il suo nesso con il principio di sostenibilità. Attraverso un’analisi sistemica del quadro normativo nazionale ed europeo, con ampio riferimento al diritto comparato (Francia, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca e Regno Unito), si dimostra l’insufficienza dell’attuale governance italiana e si avanzano proposte per una regolazione integrata, ispirata al modello dell’economia circolare. Viene sostenuta l’introduzione di obblighi giuridici di prevenzione, meccanismi di responsabilità estesa del produttore e strumenti digitali obbligatori per la tracciabilità delle eccedenze. L’articolo evidenzia come un simile cambio di paradigma - dal recupero alla responsabilizzazione - possa generare benefici ambientali, economici e sociali, rafforzando l’effettività del diritto ambientale e promuovendo un sistema alimentare più equo e rigenerativo.
Lotta allo spreco alimentare. La prevenzione dei rifiuti evitabili nel modello dell’economia circolare / Fimiani, Alfonso Maria Francesco Gaetano Rosario. - In: AMBIENTEDIRITTO.IT. - ISSN 1974-9562. - 3/2025(2025).
Lotta allo spreco alimentare. La prevenzione dei rifiuti evitabili nel modello dell’economia circolare
Alfonso Maria Fimiani
2025
Abstract
Lo spreco alimentare costituisce una sfida sistemica che intreccia dimensioni ambientali, economiche, sociali e giuridiche, richiedendo un superamento dell’approccio frammentario oggi dominante. Nonostante l’affermazione a livello europeo del principio di prevenzione nella gestione dei rifiuti, l’Italia continua a privilegiare la redistribuzione volontaria delle eccedenze, mancando di strumenti normativi vincolanti capaci di affrontare lo spreco alla radice. Il presente contributo propone una qualificazione giuridica dello spreco alimentare come rifiuto evitabile, collocandolo all’apice della gerarchia dei rifiuti e valorizzando il suo nesso con il principio di sostenibilità. Attraverso un’analisi sistemica del quadro normativo nazionale ed europeo, con ampio riferimento al diritto comparato (Francia, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca e Regno Unito), si dimostra l’insufficienza dell’attuale governance italiana e si avanzano proposte per una regolazione integrata, ispirata al modello dell’economia circolare. Viene sostenuta l’introduzione di obblighi giuridici di prevenzione, meccanismi di responsabilità estesa del produttore e strumenti digitali obbligatori per la tracciabilità delle eccedenze. L’articolo evidenzia come un simile cambio di paradigma - dal recupero alla responsabilizzazione - possa generare benefici ambientali, economici e sociali, rafforzando l’effettività del diritto ambientale e promuovendo un sistema alimentare più equo e rigenerativo.| File | Dimensione | Formato | |
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