Ode al calcestruzzo cinese

Il 4 marzo scorso l’architetto cinese Liu Jiakun si è aggiudicato il Pritzker Architecture Prize 2025. Si tratta di una vera e propria riconferma, giunta tredici anni dopo l’assegnazione dello stesso premio a Wang Shu, che sancisce nuovamente a livello globale il riconoscimento di una peculiare cultura del progetto, prettamente cinese, in cui il calcestruzzo a facciavista è protagonista assoluto. Lo sperduto museo dell’arte e della scultura in pietra di Luyeyuan (2001-2002), gli spazi del museo degli orologi della Rivoluzione Culturale (2003-2007), il museo del liquore Shuijingfang (2008-2013), l’ormai celebratissimo isolato del West Village (2010-2015) e il raffinatissimo museo dedicato ai laterizi delle Fornaci Imperiali di Suzhou (2012-2016) restituiscono spazialità iconiche rese possibili attraverso l’impiego di un calcestruzzo a facciavista reso strumentalmente rude da ricercate, e molto ben riuscite, lavorazioni nella realizzazione delle casseforme.