Il pianeta azzurro è un giallo in potenza; e l’indagine condotta nell’opera è metanarrativa: si tratta, infatti, del tentativo frustrato di comprendere se l’intreccio sia vero o non sia altro che l’invenzione di un personaggio disturbato (proseguendo, in questo, una tradizione già avviata con Il serpente, al momento dell’esordio romanzesco). La struttura narrativa si fonda sull’espediente del manoscritto ritrovato, ma Malerba, con gesto opposto a quello di Eco, non riattualizza il topos con un gesto ironico. Lo statuto ambiguo del personaggio Malerba, a metà tra il mondo diegetico e quello extradiegetico, apre a riflessioni metanarrative che mirano al disvelamento degli inganni su cui si fonda l’istituto romanzesco. Il rapporto (non sanato) tra fatto e finzione ricopre dunque un ruolo centrale: la struttura a incastro dei diversi livelli del racconto apre ad una riflessione del romanzo su sé stesso, in quanto le diverse istanze narrative formulano giudizi sui testi che si collocano a un livello inferiore. In quest’ottica il romanzo può essere letto come l’esito di una dialettica tra continuità con la produzione precedente (problematizzazione della letteratura e del suo rapporto con il reale) e l’assunzione di temi e forme tipicamente postmoderne. Nel caso di Malerba si può parlare di ritorno all’ordine romanzesco negli anni Ottanta solo ammettendo che nel suo romanzo l’ordine non è dato, ma è ricostruito faticosamente

Artificiosamente, un manoscritto. Doppi, finzioni e mistificazioni ne "Il pianeta azzurro" di Luigi Malerba / Macori, Agnese. - (2024), pp. 715-722. (Intervento presentato al convegno Convegno Internazionale della MOD. Napoli, 15-17 giugno 2022 tenutosi a Napoli; Italia).

Artificiosamente, un manoscritto. Doppi, finzioni e mistificazioni ne "Il pianeta azzurro" di Luigi Malerba

Agnese Macori
2024

Abstract

Il pianeta azzurro è un giallo in potenza; e l’indagine condotta nell’opera è metanarrativa: si tratta, infatti, del tentativo frustrato di comprendere se l’intreccio sia vero o non sia altro che l’invenzione di un personaggio disturbato (proseguendo, in questo, una tradizione già avviata con Il serpente, al momento dell’esordio romanzesco). La struttura narrativa si fonda sull’espediente del manoscritto ritrovato, ma Malerba, con gesto opposto a quello di Eco, non riattualizza il topos con un gesto ironico. Lo statuto ambiguo del personaggio Malerba, a metà tra il mondo diegetico e quello extradiegetico, apre a riflessioni metanarrative che mirano al disvelamento degli inganni su cui si fonda l’istituto romanzesco. Il rapporto (non sanato) tra fatto e finzione ricopre dunque un ruolo centrale: la struttura a incastro dei diversi livelli del racconto apre ad una riflessione del romanzo su sé stesso, in quanto le diverse istanze narrative formulano giudizi sui testi che si collocano a un livello inferiore. In quest’ottica il romanzo può essere letto come l’esito di una dialettica tra continuità con la produzione precedente (problematizzazione della letteratura e del suo rapporto con il reale) e l’assunzione di temi e forme tipicamente postmoderne. Nel caso di Malerba si può parlare di ritorno all’ordine romanzesco negli anni Ottanta solo ammettendo che nel suo romanzo l’ordine non è dato, ma è ricostruito faticosamente
2024
Convegno Internazionale della MOD. Napoli, 15-17 giugno 2022
Luigi Malerba; Il pianeta azzurro; Metanarrativa; postmoderno
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Artificiosamente, un manoscritto. Doppi, finzioni e mistificazioni ne "Il pianeta azzurro" di Luigi Malerba / Macori, Agnese. - (2024), pp. 715-722. (Intervento presentato al convegno Convegno Internazionale della MOD. Napoli, 15-17 giugno 2022 tenutosi a Napoli; Italia).
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