Durante gli anni del maccartismo, John Fante si trova costretto a tradire la propria atarassia politica: al fine di confutare pericolose accuse di vicinanza alle posizioni filocomuniste, confeziona un romanzo perfettamente incline ai valori dell'American way of life, della destra reazionaria e borghese. Full of life (1952) assurge così a esemplare «marketing gimmick» (Kordich 2000), manifesto narrativo di quella classe media degli anni Cinquanta caratterizzata da patriottismo, buoni sentimenti, vocazioni consumistiche, adesione religiosa, etc. Ciononostante, il testo nasconde una filigrana di graffiante denuncia ideologica: dietro il ritratto fastidiosamente luminoso di una coppia in attesa del primo figlio strisciano sotterranei falsità, ipocrisie, conflitti irrisolti e odio classista ed etnico. Full of Life si colloca allora in modo estremamente anomalo rispetto al resto della produzione fantiana: adoperando, su suggerimento di Pettener (2010) le terminologie concettuali coniate da Pirandello, è possibile definirlo un romanzo ironico e non umorista sulla base di una - inusuale nella poetica di Fante -distanza nei confronti della materia narrata. Questo contributo si pone come obiettivo quello di rileggere e sottolineare i procedimenti narrativi di stampo ironico presenti in Full of Life, attraverso i quali Fante critica la mentalità borghese senza esporsi e senza mai dichiarare una divergenza evidente, sopravvivendo così alla censura del pensiero dominante.
L'ironia di Full of Life. Un romanzo venduto al maccartismo / Baratta, Aldo. - In: IL CONFRONTO LETTERARIO. - ISSN 0394-994X. - 82:(2025), pp. 135-153.
L'ironia di Full of Life. Un romanzo venduto al maccartismo
Aldo Baratta
2025
Abstract
Durante gli anni del maccartismo, John Fante si trova costretto a tradire la propria atarassia politica: al fine di confutare pericolose accuse di vicinanza alle posizioni filocomuniste, confeziona un romanzo perfettamente incline ai valori dell'American way of life, della destra reazionaria e borghese. Full of life (1952) assurge così a esemplare «marketing gimmick» (Kordich 2000), manifesto narrativo di quella classe media degli anni Cinquanta caratterizzata da patriottismo, buoni sentimenti, vocazioni consumistiche, adesione religiosa, etc. Ciononostante, il testo nasconde una filigrana di graffiante denuncia ideologica: dietro il ritratto fastidiosamente luminoso di una coppia in attesa del primo figlio strisciano sotterranei falsità, ipocrisie, conflitti irrisolti e odio classista ed etnico. Full of Life si colloca allora in modo estremamente anomalo rispetto al resto della produzione fantiana: adoperando, su suggerimento di Pettener (2010) le terminologie concettuali coniate da Pirandello, è possibile definirlo un romanzo ironico e non umorista sulla base di una - inusuale nella poetica di Fante -distanza nei confronti della materia narrata. Questo contributo si pone come obiettivo quello di rileggere e sottolineare i procedimenti narrativi di stampo ironico presenti in Full of Life, attraverso i quali Fante critica la mentalità borghese senza esporsi e senza mai dichiarare una divergenza evidente, sopravvivendo così alla censura del pensiero dominante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


