Metamorfosi dell’immediatezza. Il difficile equilibrio tra efficienza e garanzie nel rapporto del giudice con la prova.

La tesi esplora la metamorfosi del principio di immediatezza nel processo penale, indagando come tale garanzia sia stata progressivamente svuotata, fino a rischiare di ridursi a simulacro. La ricerca parte dalla fondazione teorica e costituzionale della regola per cui il giudice che decide deve aver appreso direttamente e a voce viva la prova dichiarativa, per evidenziare poi le derive interpretative e legislative che, sotto la spinta dell’efficientismo e della flessibilità sovranazionale, ne hanno eroso l’effettività: dall’incidente probatorio alla videoregistrazione, passando per il processo a distanza. In un contesto segnato da scelte normative criticabili, prive di un adeguato apparato tecnico, la tesi denuncia la crisi dell’immediatezza, ma ne riafferma il valore imprescindibile quale presidio del contraddittorio e del giusto processo, auspicandone un rinnovato riconoscimento anche alla luce delle nuove tecnologie.