L’archetipo della linea custodisce il desiderio morfologico dell’architettura verso la manipolazione imprecisa della realtà. Lo statuto figurale dell’ente influenza le ragioni euritmiche del fatto compositivo e si innesta nei ragionamenti tra spazio e piano che Moisej Ja. Ginzburg ha formulato nei suoi saggi sull’architettura costruttivista. Dare un corpo solido alla linea significa confrontarsi con l’impossibilità di costruire un ente geometrico unidimensionale e con la sostanziale instabilità del suo sistema chiaroscurale. Questo lavoro presenta le figure planari di uno stabile per uffici, nato dalla conversione di un vecchio caseificio dismesso al confine tra i quartieri di Fuorigrotta e Soccavo, a Napoli. L’edificio, posizionato alle pendici della collina su cui sorge l’istituto scolastico dovuto a Cesare Ulisse, ricerca un’etica euritmica sospinta tra la fantasia chiaroscurale della linea e l’ordinamento logico dell’architettura monomaterica dell’architetto napoletano. Dall’osservazione ipnotica dei profili acuminati della scuola, l’edificio tenta di ereditare i tratti fondanti di una geometria tesa al “costruttivismo mediterraneo” di Michele Capobianco (a cui Ulisse si riferisce) e di tradurli in un volume che combina un arancio monocromo a inserti euritmici color argento. Tali elementi sono autorizzati ad evocare le geometrie generatrici dell’intervento di riuso, per trasformarsi in veri e propri dispositivi di adattamento formale della fabbrica preesistente.
Euritmia di un edificio arancione / Arcopinto, Luigi. - 2025:(2025), pp. 168-169. ( Ereditarietà Italiana. Archetipo e Metamorfosi San Marino ).
Euritmia di un edificio arancione
Arcopinto, Luigi
2025
Abstract
L’archetipo della linea custodisce il desiderio morfologico dell’architettura verso la manipolazione imprecisa della realtà. Lo statuto figurale dell’ente influenza le ragioni euritmiche del fatto compositivo e si innesta nei ragionamenti tra spazio e piano che Moisej Ja. Ginzburg ha formulato nei suoi saggi sull’architettura costruttivista. Dare un corpo solido alla linea significa confrontarsi con l’impossibilità di costruire un ente geometrico unidimensionale e con la sostanziale instabilità del suo sistema chiaroscurale. Questo lavoro presenta le figure planari di uno stabile per uffici, nato dalla conversione di un vecchio caseificio dismesso al confine tra i quartieri di Fuorigrotta e Soccavo, a Napoli. L’edificio, posizionato alle pendici della collina su cui sorge l’istituto scolastico dovuto a Cesare Ulisse, ricerca un’etica euritmica sospinta tra la fantasia chiaroscurale della linea e l’ordinamento logico dell’architettura monomaterica dell’architetto napoletano. Dall’osservazione ipnotica dei profili acuminati della scuola, l’edificio tenta di ereditare i tratti fondanti di una geometria tesa al “costruttivismo mediterraneo” di Michele Capobianco (a cui Ulisse si riferisce) e di tradurli in un volume che combina un arancio monocromo a inserti euritmici color argento. Tali elementi sono autorizzati ad evocare le geometrie generatrici dell’intervento di riuso, per trasformarsi in veri e propri dispositivi di adattamento formale della fabbrica preesistente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


