Tra l’aprile e il maggio 1460, le esibizioni di un agile funambo lo durante diversi festeggiamenti pubblici incantarono Milano. Ne tramandano notizia i dispacci dell’oratore mantovano Vincenzo della Scalona e due testi latini inediti, di cui si fornisce qui l’edizione: il Carmen quorundam ludorum di Giovanni Luigi Toscani e una lettera dell’umanista Giorgio Valagussa indirizzata a Guglielmo Paleologo del Monferrato. Confrontando tali fonti documentarie – insolitamente numerose, dettagliate e di tipologia varia – l’autore precisa di quali abi lità disponesse un acrobata quattrocentesco per realizzare i propri spet tacoli, identifica i contesti festivi in cui questi ebbero luogo, e ricostruisce le emozioni che essi suscitarono negli spettatori. L’analisi filologica dei testi indaga, inoltre, con quale sguardo, educato da molteplici letture, guardassero agli eventi performativi i letterati dell’epoca, ritraendoli nei loro scritti per preservarne il ricordo. Infine, questo “strano” caso di storia dello spettacolo offre l’occasione per alcune riflessioni sui pos sibili approcci impiegabili per studiare la cultura performativa italiana del Rinascimento.
Uno strano caso di storia dello spettacolo. Le bravure del funambolo Albertus nel cielo di Milano (maggio 1460), con alcune note metodologiche e due testimonianze latine inedite di Giovanni Luigi Toscani e Giorgio Valagussa / Passera, Claudio. - In: BIBLIOTECA TEATRALE. - ISSN 0045-1959. - 30(2023), pp. 157-180.
Uno strano caso di storia dello spettacolo. Le bravure del funambolo Albertus nel cielo di Milano (maggio 1460), con alcune note metodologiche e due testimonianze latine inedite di Giovanni Luigi Toscani e Giorgio Valagussa
Claudio Passera
2023
Abstract
Tra l’aprile e il maggio 1460, le esibizioni di un agile funambo lo durante diversi festeggiamenti pubblici incantarono Milano. Ne tramandano notizia i dispacci dell’oratore mantovano Vincenzo della Scalona e due testi latini inediti, di cui si fornisce qui l’edizione: il Carmen quorundam ludorum di Giovanni Luigi Toscani e una lettera dell’umanista Giorgio Valagussa indirizzata a Guglielmo Paleologo del Monferrato. Confrontando tali fonti documentarie – insolitamente numerose, dettagliate e di tipologia varia – l’autore precisa di quali abi lità disponesse un acrobata quattrocentesco per realizzare i propri spet tacoli, identifica i contesti festivi in cui questi ebbero luogo, e ricostruisce le emozioni che essi suscitarono negli spettatori. L’analisi filologica dei testi indaga, inoltre, con quale sguardo, educato da molteplici letture, guardassero agli eventi performativi i letterati dell’epoca, ritraendoli nei loro scritti per preservarne il ricordo. Infine, questo “strano” caso di storia dello spettacolo offre l’occasione per alcune riflessioni sui pos sibili approcci impiegabili per studiare la cultura performativa italiana del Rinascimento.| File | Dimensione | Formato | |
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