Le strutture e le attività portuali, i trasporti di beni e di uomini attraverso le vie marittime e fluviali nella Roma medievale sono stati oggetto di ampi e ben noti approfondimenti. In questa sede si vuole proporre un approccio in parte diverso, articolato in due punti. Innanzitutto tentare un ragionamento di lungo periodo, in particolare dal XIV al XVI secolo, con l’obiettivo di mettere in evidenza la forte continuità delle economie politiche prima e delle politiche economiche poi, sia comunali che papali, vincenti queste ultime, atte a mantenere e/o ampliare le strutture portuali fluviali romane e con esse la cantieristica navale tra Medioevo ed Età moderna, favorendo in modo lento ma progressivo la nascita di una protoindustria navale. Tali interessi possono facilmente essere letti nell’ambito dei più ampi fenomeni di controllo, di affermazione e/o di conflittualità del potere comunale e papale sulla città e sulle sue diverse componenti politiche, economiche e sociali, sui territori costieri e su quelli interni, se si vuole anche in un’ottica di State building . All’interno di questa prospettiva, in secondo luogo, pur discutendo di porti e, attraverso i porti, in parte di merci e di uomini, il tentativo è di mettere maggiormente a fuoco i diversi tipi di naviglio che risalivano il Tevere per raggiungere il centro dell’Urbe.
(proto)Industria navale nella Roma del Rinascimento / Fara, Andrea. - (2025), pp. 63-83. (Intervento presentato al convegno Roma produttiva. Artigianato, manifattura e protoindustria nell’Urbe e in area laziale tra Medioevo e Rinascimento (XIII-XVI secolo) tenutosi a Roma).
(proto)Industria navale nella Roma del Rinascimento
Andrea Fara
2025
Abstract
Le strutture e le attività portuali, i trasporti di beni e di uomini attraverso le vie marittime e fluviali nella Roma medievale sono stati oggetto di ampi e ben noti approfondimenti. In questa sede si vuole proporre un approccio in parte diverso, articolato in due punti. Innanzitutto tentare un ragionamento di lungo periodo, in particolare dal XIV al XVI secolo, con l’obiettivo di mettere in evidenza la forte continuità delle economie politiche prima e delle politiche economiche poi, sia comunali che papali, vincenti queste ultime, atte a mantenere e/o ampliare le strutture portuali fluviali romane e con esse la cantieristica navale tra Medioevo ed Età moderna, favorendo in modo lento ma progressivo la nascita di una protoindustria navale. Tali interessi possono facilmente essere letti nell’ambito dei più ampi fenomeni di controllo, di affermazione e/o di conflittualità del potere comunale e papale sulla città e sulle sue diverse componenti politiche, economiche e sociali, sui territori costieri e su quelli interni, se si vuole anche in un’ottica di State building . All’interno di questa prospettiva, in secondo luogo, pur discutendo di porti e, attraverso i porti, in parte di merci e di uomini, il tentativo è di mettere maggiormente a fuoco i diversi tipi di naviglio che risalivano il Tevere per raggiungere il centro dell’Urbe.| File | Dimensione | Formato | |
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