Machiavellerie pirandelliane. Nota sull’Uomo, la bestia e la virtù

Il contributo esamina l’incidenza di Machiavelli sulla produzione di Luigi Pirandello, in particolare a proposito della commedia-apologo L’uomo, la bestia e la virtù (1919). L’indagine è condotta prendendo in considerazione la presenza machiavelliana sin dagli anni giovanili di Pirandello studente a Palermo, quando l’autore assiste alla recita della Mandragola al Bellini (febbraio 1887). Vengono quindi ricostruiti la particolare circostanza della rappresentazione, le polemiche e il dibattito suscitato dal capolavoro di Machiavelli, contestualizzati nel progetto di rilancio del teatro cinquecentesco del biennio 1886-87. Lo scopo è dimostrare quanto l’incontro con Machiavelli e la discussione sulla moralità della commedia del Cinquecento abbia lasciato traccia nella elaborazione dell’apologo in tre atti del 1919 e, più in generale, nella riflessione pirandelliana