Energia locale, creatività globale. Anna Heringer e il ruolo sociale della costruzione

Anna Heringer è un architetto, nato a Rosenheim (Germania) nel 1977. Tra i molti riconoscimenti che negli anni ha ricevuto, spiccano certamente il prestigioso titolo di professore onorario conferitogli dall’UNESCO con la Cattedra in Earthen Architecture, Building Cultures and Sustainable Development, oltre che il premio Aga Khan Award for Architecture and the Global Award for Sustainable Architecture, che si aggiudica nel 2007 a seguito del completamento della Scuola METI a Rudrapur, in Bangladesh. La conversazione intrattenuta con lei si è concentrata nel riflettere come la costruzione rappresenti nel suo lavoro non solo lo strumento operativo attraverso il quale declinare un distintivo vocabolario espressivo, ma principalmente l’efficacissimo mezzo che consente concretamente di attivare pratiche di vera e propria inclusione sociale. L’architetto ha così espresso le sue opinioni in merito alle seguenti questioni che le sono state poste: il nesso tra il concetto di assemblaggio e quello di razionalità costruttiva che porta al risparmio, in architettura, delle risorse non rinnovabili; le modalità in cui la componente epidermica dell’architettura entra nel suo processo creativo e come riesce successivamente a trasmettere, in loco, agli operai le sue aspettative sensoriali affinché gli spazi vengano poi effettivamente realizzati in coerenza con i suoi intenti progettuali; il ruolo del dettaglio costruttivo che produce ornamento all’interno di un processo progettuale che mira al risparmio delle risorse; la filosofia progettuale adottata nell’impiego degli elementi in bambù e i suoi riflessi nella definizione di un linguaggio architettonico; il guadagno reale nello svolgere un progetto a partire di presupposti enunciati dal suo motto form follows love e alle ricadute di questo approccio sull’organizzazione del lavoro all’interno del suo studio.