Il custode della relazione. La regia teatrale per Massimiliano Civica

The essay presents, introduces, and elaborates on an account by Massi- miliano Civica – theatre director and artistic director of the Teatro Metastasio in Prato since 2021 – based on a meeting held at the Sapienza University of Rome in late 2020. The contribution, organized and divided into thematic sections, oscillates between “thinking about the performance” from the per- spective of a director and actors’ guide, and “thinking about theatre” through artistic direction and cultural policies, understood as the project-based organization of cultural life within a specific territory, while simultaneously being connected to a national network. However, the discourse does not merely outline theoretical assumptions in an abstract manner; rather, it is filled with concrete examples, complete with names and surnames of colleagues, collaborators, and direct or chosen mentors. Although little space is dedicated to his own educational background, Civica pays particular attention to ped- agogical systems aimed at the development of theatre professionals, focusing in the second part of the testimony on the role of the director – not as an author who imposes their own scenic vision on the actors, but as a guardian of the theatrical relationship between stage and audience.

Il saggio presenta, introduce e articola una testimonianza di Massimiliano Civica – regista teatrale e direttore artistico del Teatro Metastasio di Prato dal 2021 –, redatta a partire da un incontro presso l’Università di Roma Sapienza avvenuto alla fine del 2020. Il contributo, organizzato e suddiviso in paragrafi tematici, oscilla tra il “pensare lo spettacolo” dalla prospettiva del regista e direttore di attori, e il “pensare il teatro” attraverso la direzione artistica e le politiche culturali, intese come organizzazione progettuale della vita culturale che insiste su un determinato territorio ed è al contempo in relazione con una rete nazionale. Il discorso, tuttavia, non si accontenta di enunciare presupposti teorici in maniera astratta, ma al contrario si affolla di esempi concreti dotati di nomi e cognomi: colleghi, collaboratori, maestri diretti e d’elezione. Se è scarso lo spazio che dedica al suo percorso di formazione, Civica pone particolare attenzione ai sistemi pedagogici destinati alla progettazione di donne e uomini di teatro, per soffermarsi, nella seconda parte della testimonianza, sul ruolo del regista: non autore che impone agli attori il proprio pensiero scenico, ma custode della relazione teatrale tra scena e platea.