«An ordinary maladjustment»: sull’identità di genere nelle mostre di Massimo Campigli da Julien Levy

Known as Surrealism’s promoter, Julien Levy was also the only art dealer in the 1930s to promote a significant number of Italian artists in the United States. The main one among them was Massimo Campigli: Levy introduced him to the American public in the context of Surrealism and Fantastic Art to which the gallery was associated, by emphasizing the psychological and destabilizing component of his work. Campigli participated in this interpretative approach by exploring and destabilizing his own gender identity in the work exhibited at the Levy Gallery according to strategies that today we would define as queer.

Noto come il gallerista dei surrealisti, Julien Levy è stato anche l’unico statunitense degli anni Trenta a promuovere un numero significativo di artisti italiani negli USA. Il principale tra loro è Massimo Campigli, che Levy presentava al pubblico americano nell’ambito tra Surrealismo e Arte fantastica a cui la galleria era legata, sottolineando la componente psicologica e destabilizzante del suo lavoro. Campigli partecipava a questa proposta interpretativa esplorando e destabilizzando nel lavoro esposto alla Levy Gallery la propria identità di genere secondo strategie che oggi definiremmo queer.