Negli ultimi anni le pubblicazioni riguardo la Chirurgia Trans-anale escissionale nelle neoformazioni del retto sono aumentate in modo esponenziale: sia per l’aumento delle indicazioni, sia per il miglioramento tecnologico degli strumenti utilizzati. Le indicazioni generiche sono: lesioni premaligne (adenomi), lesioni atipiche, lesioni della sottomucosa (neuroendocrini, GIST), chirurgia palliativa in pazienti unfit per chirurgia radicale, tumori del retto in fase iniziale con caratteristiche favorevoli. A proposito di ciò, sia l’AIOM, l’NCCN e l’ESMO sono concordi sulle indicazioni: <30% della circonferenza del colon, <3 cm di grandezza, margini negativi (>3 mm), neoformazione mobile e non fissa sui piani profondi, fino a 8-10 cm dal margine anale, T1 (sm1), N0, non invasione neurovascolare, non invasione perineurale, ben-moderatamente differenziato, non evidenza di linfoadenopatie nella RM pre-operatoria, possibilità di eseguire una chirurgia escissionale a tutto spessore (1). Sono stati pubblicati vari studi in cui venivano posti a confronto pazienti affetti da carcinoma del retto T1 con caratteristiche favorevoli sottoposti a chirurgia tradizionale VS escissione locale trans-anale (Local versus radical excision of early distal rectal cancer: a national cancer database Analysis Ann Surg Onc 2020) (2) ed è stato dimostrato come pazienti sottoposti a chirurgia tradizionale presentassero la stessa sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chirurgia trans-anale. Recentemente inoltre è stato pubblicato uno studio (Functional outcomes after Transanal Surgery Clin Colon Rectal Surg 2022) (3) riguardo i migliori risultati ottenuti a proposito dell’incontinenza, disfunzione sessuale, impotenza, dispareunia, tenesmo nei pazienti sottoposti a Chirurgia transanale. Il Dott. J. Lisfranc nel 1826 fu il primo chirurgo della storia ad eseguire e descrivere il primo intervento chirurgico di chirurgia transanale escissionale in un tumore a 5 cm dal margine anale (TAE: trans-anal excision). Successivamente, grazie all’ausilio di appositi divaricatori anali come il Lone Star Retractor System (Cooper Surgical) aumentarono questo tipo di interventi. Nel 1980 fu proposto dal Dott. G. Buess la TEM (Trans-anal 4 endoscopic microsurgery) in parallelo alla TEO (transanal endoscopic operation) proposta da K. Storz: entrambe le tecniche endoscopiche però utilizzavano uno strumentario rigido ed un proctoscopio lungo, caratteristiche che non permettevano una buona triangolarizzazione durante le manovre di dissezione. La rivoluzione è arrivata nel 2009 con la tecnica TAMIS (Transanal minimally invasive surgery) (4) in cui veniva utilizzato un gel-port lungo soli 5 cm (già utilizzato nella SILS laparoscopica) dove venivano inseriti 3 trocars (2 operativi da 5 mm e 1 da 1 cm per l’ottica) e tramite l’ausilio di semplici strumenti laparoscopici, la triangolarizzazione e le manovre dissettive e ricostruttive risultavano più semplici da effettuare. In letteratura esistono molti lavori a proposito dello studio molecolare di particolari proteine dei tumori del retto in pazienti ad uno Stadio IV per una eventuale terapia specifica con monoclonali e per valutare la prognosi (5,6,7,8), molto meno è stato valutato nei pazienti affetti da una forma iniziale di adenocarcinoma del retto sottoposti a chirurgia transanale escissionale. L’intento è di valutare quale tra questi geni mutati correlino con ridotti outcomes (Sopravvivenza, recidiva, tempo libero da malattia).
Chirurgia Trans-anale (CTA): studio del pannello genico NGS nelle forme pre-cancerose e negli ADK del retto / Giulitti, Diego. - (2025 Jan 29).
Chirurgia Trans-anale (CTA): studio del pannello genico NGS nelle forme pre-cancerose e negli ADK del retto
GIULITTI, DIEGO
29/01/2025
Abstract
Negli ultimi anni le pubblicazioni riguardo la Chirurgia Trans-anale escissionale nelle neoformazioni del retto sono aumentate in modo esponenziale: sia per l’aumento delle indicazioni, sia per il miglioramento tecnologico degli strumenti utilizzati. Le indicazioni generiche sono: lesioni premaligne (adenomi), lesioni atipiche, lesioni della sottomucosa (neuroendocrini, GIST), chirurgia palliativa in pazienti unfit per chirurgia radicale, tumori del retto in fase iniziale con caratteristiche favorevoli. A proposito di ciò, sia l’AIOM, l’NCCN e l’ESMO sono concordi sulle indicazioni: <30% della circonferenza del colon, <3 cm di grandezza, margini negativi (>3 mm), neoformazione mobile e non fissa sui piani profondi, fino a 8-10 cm dal margine anale, T1 (sm1), N0, non invasione neurovascolare, non invasione perineurale, ben-moderatamente differenziato, non evidenza di linfoadenopatie nella RM pre-operatoria, possibilità di eseguire una chirurgia escissionale a tutto spessore (1). Sono stati pubblicati vari studi in cui venivano posti a confronto pazienti affetti da carcinoma del retto T1 con caratteristiche favorevoli sottoposti a chirurgia tradizionale VS escissione locale trans-anale (Local versus radical excision of early distal rectal cancer: a national cancer database Analysis Ann Surg Onc 2020) (2) ed è stato dimostrato come pazienti sottoposti a chirurgia tradizionale presentassero la stessa sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chirurgia trans-anale. Recentemente inoltre è stato pubblicato uno studio (Functional outcomes after Transanal Surgery Clin Colon Rectal Surg 2022) (3) riguardo i migliori risultati ottenuti a proposito dell’incontinenza, disfunzione sessuale, impotenza, dispareunia, tenesmo nei pazienti sottoposti a Chirurgia transanale. Il Dott. J. Lisfranc nel 1826 fu il primo chirurgo della storia ad eseguire e descrivere il primo intervento chirurgico di chirurgia transanale escissionale in un tumore a 5 cm dal margine anale (TAE: trans-anal excision). Successivamente, grazie all’ausilio di appositi divaricatori anali come il Lone Star Retractor System (Cooper Surgical) aumentarono questo tipo di interventi. Nel 1980 fu proposto dal Dott. G. Buess la TEM (Trans-anal 4 endoscopic microsurgery) in parallelo alla TEO (transanal endoscopic operation) proposta da K. Storz: entrambe le tecniche endoscopiche però utilizzavano uno strumentario rigido ed un proctoscopio lungo, caratteristiche che non permettevano una buona triangolarizzazione durante le manovre di dissezione. La rivoluzione è arrivata nel 2009 con la tecnica TAMIS (Transanal minimally invasive surgery) (4) in cui veniva utilizzato un gel-port lungo soli 5 cm (già utilizzato nella SILS laparoscopica) dove venivano inseriti 3 trocars (2 operativi da 5 mm e 1 da 1 cm per l’ottica) e tramite l’ausilio di semplici strumenti laparoscopici, la triangolarizzazione e le manovre dissettive e ricostruttive risultavano più semplici da effettuare. In letteratura esistono molti lavori a proposito dello studio molecolare di particolari proteine dei tumori del retto in pazienti ad uno Stadio IV per una eventuale terapia specifica con monoclonali e per valutare la prognosi (5,6,7,8), molto meno è stato valutato nei pazienti affetti da una forma iniziale di adenocarcinoma del retto sottoposti a chirurgia transanale escissionale. L’intento è di valutare quale tra questi geni mutati correlino con ridotti outcomes (Sopravvivenza, recidiva, tempo libero da malattia).File | Dimensione | Formato | |
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