Il naqqāli è un’antica forma di narrazione orale iraniana. Il contastorie narra le gesta leggendarie sia di eroi e re della tradizione epica preislamica sia di figure chiave dell’islam sciita. Diverse sono le fonti del primo periodo islamico, dalla conquista musulmana dell’Iran (633-654) fino alla dinastia dei Ghaznavidi (977-1186), che descrivono non solo le varie forme di intrattenimento a corte, dove contastorie, insieme a poeti e menestrelli, intrattenevano i membri dell’aristocrazia con racconti epici dal profondo valore educativo e paradigmatico, ma anche esibizione di narratori popolari nelle piazze e nei bazar. Innumerevoli sono invece le fonti storiche d’epoca timuride, safavide e qajar, le quali, insieme all’indagine etnografica, ci consentono di ravvisare sorprendenti somiglianze performative tra il naqqāli e il cunto siciliano. Nonostante la nostra conoscenza sulle forme di intrattenimento, popolare e di corte, nella Sicilia islamica (827-1091) sia piuttosto lacunosa, è possibile postulare un’origine mediorientale di questa forma di narrazione siciliana, dal momento che le fonti ci informano di un’importante presenza persiana in Sicilia durante la dominazione islamica, in particolare a Palermo, attorno all’influente famiglia dei Banu al-Taberi.

La presenza persiana nella Sicilia islamica: un percorso di ricerca dal naqqāli iraniano al cunto siciliano / Zisa, Gioele. - (2024), pp. 485-499. ( Frontiera e confine. Culture a contatto nella Sicilia antica. Catania e Marianopoli ).

La presenza persiana nella Sicilia islamica: un percorso di ricerca dal naqqāli iraniano al cunto siciliano

gioele zisa
2024

Abstract

Il naqqāli è un’antica forma di narrazione orale iraniana. Il contastorie narra le gesta leggendarie sia di eroi e re della tradizione epica preislamica sia di figure chiave dell’islam sciita. Diverse sono le fonti del primo periodo islamico, dalla conquista musulmana dell’Iran (633-654) fino alla dinastia dei Ghaznavidi (977-1186), che descrivono non solo le varie forme di intrattenimento a corte, dove contastorie, insieme a poeti e menestrelli, intrattenevano i membri dell’aristocrazia con racconti epici dal profondo valore educativo e paradigmatico, ma anche esibizione di narratori popolari nelle piazze e nei bazar. Innumerevoli sono invece le fonti storiche d’epoca timuride, safavide e qajar, le quali, insieme all’indagine etnografica, ci consentono di ravvisare sorprendenti somiglianze performative tra il naqqāli e il cunto siciliano. Nonostante la nostra conoscenza sulle forme di intrattenimento, popolare e di corte, nella Sicilia islamica (827-1091) sia piuttosto lacunosa, è possibile postulare un’origine mediorientale di questa forma di narrazione siciliana, dal momento che le fonti ci informano di un’importante presenza persiana in Sicilia durante la dominazione islamica, in particolare a Palermo, attorno all’influente famiglia dei Banu al-Taberi.
2024
Frontiera e confine. Culture a contatto nella Sicilia antica.
naqqali; Sicilia islamica; cuntu
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La presenza persiana nella Sicilia islamica: un percorso di ricerca dal naqqāli iraniano al cunto siciliano / Zisa, Gioele. - (2024), pp. 485-499. ( Frontiera e confine. Culture a contatto nella Sicilia antica. Catania e Marianopoli ).
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