La casa in collina (1948) si distingue come luna delle più complesse lezioni morali di Pavese, espressione di un umanesimo stoico che ricostruisce la guerra civile italiana secondo una prospettiva alternativa alle contrapposizioni politiche e ideologiche: il romanzo supera ogni soluzione trionfalista per raccontare l’intollerabile angoscia della scelta e la «sbigottita pietà per il sangue versato». Rinunciando a celebrare un riscatto di parte (i vincitori non si distinguono dai vinti), raccontare la guerra significa per Pavese un radicale gesto di impegno morale contro ogni rassicurazione retorica, alla ricerca di un senso che possa «placare» e spiegare la natura umana sconvolta.
«È qui che la guerra mi ha preso». Contronarrazione della Resistenza nella Casa in collina di Cesare Pavese / Rubini, Francesca. - (2024). (Intervento presentato al convegno Scenari del conflitto nella letteratura italiana. XXV Congresso Nazionale dell’Associazione degli Italianisti tenutosi a Foggia).
«È qui che la guerra mi ha preso». Contronarrazione della Resistenza nella Casa in collina di Cesare Pavese
Rubini, Francesca
2024
Abstract
La casa in collina (1948) si distingue come luna delle più complesse lezioni morali di Pavese, espressione di un umanesimo stoico che ricostruisce la guerra civile italiana secondo una prospettiva alternativa alle contrapposizioni politiche e ideologiche: il romanzo supera ogni soluzione trionfalista per raccontare l’intollerabile angoscia della scelta e la «sbigottita pietà per il sangue versato». Rinunciando a celebrare un riscatto di parte (i vincitori non si distinguono dai vinti), raccontare la guerra significa per Pavese un radicale gesto di impegno morale contro ogni rassicurazione retorica, alla ricerca di un senso che possa «placare» e spiegare la natura umana sconvolta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.