Nella Milano che si affaccia al decennio Settanta, trovano spazio infatti mostre di sculture che includono materiale fotografico o audiovisivo, con ruoli sia di corredo sia alla pari con gli altri manufatti. Un esempio sono i video o le sequenze fotografiche con le quali Antonio Paradiso traduce le sue sculture lucane in "Sculture filmate" (1969-1973). Thea Vallé, invece, accompagna le sue forme astratte con caroselli di diapositive che le ritraggono ambientate, ma, a differenza di Paradiso, non è l'autrice di questo fondo fotografico pressoché inedito, oggi conservato in un archivio privato. Un terzo artista è Michele Zaza, noto soprattutto per le sue serie fotografiche posate, che tuttavia, nel 1970, espone sculture dal sapore minimalista, accompagnate da fotografie che mostrano l'azione "Simulazione d'incendio", un finto fuoco nel cuore di Molfetta, la sua città natia. Tra gli scatti ve ne sono alcuni che mostrano grandi parallelepipedi, del tutto simili a quelli esposti, circondate di fumo, come date alle fiamme. Franco Mazzucchelli fa vivere i suoi "A. TO A" nello spazio pubblico e poi porta al Centro San Fedele i film, le fotografie e le interviste (audiotape) con cui ha documentato la loro fruizione. Negli stessi anni, Mario Cresci espone, sempre a Milano, delle scatole in plexiglas contenenti le sue immagini fotografiche, fornendogli un corpo fisico ben più invadente del loro reale spessore materiale. I pochi esempi qui menzionati dimostrano una volontà diffusa di sperimentare ibride formule espositive, nelle quali si mescolano sculture, oggetti, fotografie e video, in contaminazioni che finiscono per influenzare significativamente lo sviluppo della pratica artistica dei loro autori. Restituire attenzione a queste esperienze, raccoglierle in un discorso collettivo le ha portate ad illuminarsi vicendevolmente, permettendomi di sondare un nuovo punto di vista sugli sviluppi che hanno condotto gli artisti a non operare più distinzioni tra i diversi media disponibili, e i fotografi a considerare l'aspetto più materiale della propria produzione visiva.

Scultori che espongono fotografie, fotografi che espongono oggetti. Una rassegna di mostre nella Milano dei primi anni Settanta / Caravita, Irene. - In: STUDI DI SCULTURA. - ISSN 2704-9981. - 6(2024), pp. 263-275.

Scultori che espongono fotografie, fotografi che espongono oggetti. Una rassegna di mostre nella Milano dei primi anni Settanta

Irene Caravita
2024

Abstract

Nella Milano che si affaccia al decennio Settanta, trovano spazio infatti mostre di sculture che includono materiale fotografico o audiovisivo, con ruoli sia di corredo sia alla pari con gli altri manufatti. Un esempio sono i video o le sequenze fotografiche con le quali Antonio Paradiso traduce le sue sculture lucane in "Sculture filmate" (1969-1973). Thea Vallé, invece, accompagna le sue forme astratte con caroselli di diapositive che le ritraggono ambientate, ma, a differenza di Paradiso, non è l'autrice di questo fondo fotografico pressoché inedito, oggi conservato in un archivio privato. Un terzo artista è Michele Zaza, noto soprattutto per le sue serie fotografiche posate, che tuttavia, nel 1970, espone sculture dal sapore minimalista, accompagnate da fotografie che mostrano l'azione "Simulazione d'incendio", un finto fuoco nel cuore di Molfetta, la sua città natia. Tra gli scatti ve ne sono alcuni che mostrano grandi parallelepipedi, del tutto simili a quelli esposti, circondate di fumo, come date alle fiamme. Franco Mazzucchelli fa vivere i suoi "A. TO A" nello spazio pubblico e poi porta al Centro San Fedele i film, le fotografie e le interviste (audiotape) con cui ha documentato la loro fruizione. Negli stessi anni, Mario Cresci espone, sempre a Milano, delle scatole in plexiglas contenenti le sue immagini fotografiche, fornendogli un corpo fisico ben più invadente del loro reale spessore materiale. I pochi esempi qui menzionati dimostrano una volontà diffusa di sperimentare ibride formule espositive, nelle quali si mescolano sculture, oggetti, fotografie e video, in contaminazioni che finiscono per influenzare significativamente lo sviluppo della pratica artistica dei loro autori. Restituire attenzione a queste esperienze, raccoglierle in un discorso collettivo le ha portate ad illuminarsi vicendevolmente, permettendomi di sondare un nuovo punto di vista sugli sviluppi che hanno condotto gli artisti a non operare più distinzioni tra i diversi media disponibili, e i fotografi a considerare l'aspetto più materiale della propria produzione visiva.
2024
fotografia; scultura; arte contemporanea; documentazione; installazione
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Scultori che espongono fotografie, fotografi che espongono oggetti. Una rassegna di mostre nella Milano dei primi anni Settanta / Caravita, Irene. - In: STUDI DI SCULTURA. - ISSN 2704-9981. - 6(2024), pp. 263-275.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1732537
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