Il contributo è stimolato dai punti a- ed e- del Bando riguardanti l’inclusione sociale e l’uso diffuso del processo derogatorio in urbanistica. Caso studio è la città di Viterbo, caratterizzata principalmente dall’assenza dell’urbanistica come disciplina ordinatrice dello sviluppo urbano, dalla mancanza di una chiara e sistemica visione di città e di prescrizioni normative chiare ed applicate nel governo del territorio e di una tensione attuale verso la progettazione inclusiva. Viterbo ha un piano regolatore del 1956, una variante generale del 1979 e numerose varianti parziali che ne hanno snaturato l’assetto complessivo; non ha mai avuto un piano del centro storico e nessuno strumento al momento approvato per ciò che concerne la mobilità urbana ed il superamento delle barriere architettoniche. C’è in questo momento uno sforzo teso alla redazione di un PEBA, di un PUMS e di un Piano di Recupero del Centro Storico. La città meriterebbe una attenzione particolare alla ricostruzione del quadro programmatorio e prescrittivo, favorendo la creazione di strumenti, regole e norme capaci di dare i gusti comandi al governo della città, alla valorizzazione del suo centro storico ed al raggiungimento di quel complesso obiettivo che è rendere la città accessibile alle eterogenee fragilità, in ragion del fatto, soprattutto, che il centro storico ha una superficie di più di 100 ettari con oltre 3 milioni di metri cubi di volume costruito ed è prevalentemente un tessuto medievale e rinascimentale con diverse volumetrie realizzate grazie al Piano di Ricostruzione del 1945 che ne ha snaturato i tessuti permettendo il raddoppio degli indici fondiari. Come Dipartimento PDTA Sapienza abbiamo avviato una ricerca con il progetto di rimozione delle barriere fisiche sensoriali e cognitive del più importante museo della città, il Museo dei Portici che è risultato vincitore, nel 2022, del bando del MIC per promuovere l’accessibilità ai luoghi della cultura e stiamo sperimentando l’avvio di un Laboratorio di Accessibilità Permanente per le scuole e le associazioni del Terzo Settore. Da settembre avvieremo la creazione di due quartieri accessibili, la Pila ed il Pilastro, alla cui mappatura delle problematiche parteciperanno le scuole dei quartieri, i residenti, i commercianti, le diverse forze economiche, i portatori di interessi e le diverse associazioni rappresentanti le diverse forme di fragilità fisica e cognitiva (1). Un progetto ambizioso che vuole comprendere le differenze nell’uso dello spazio pubblico della città per ridurre le diseguaglianze.

La pianificazione urbana come principio regolatore nella definizione di strumenti e strategie condivise ed inclusive / Errigo, MAURIZIO FRANCESCO. - (2024), pp. 198-201. (Intervento presentato al convegno Progettare nel disordine - progettare il disordine. Riordinare le fragilità urbane tenutosi a Firenze).

La pianificazione urbana come principio regolatore nella definizione di strumenti e strategie condivise ed inclusive

Maurizio Francesco Errigo
2024

Abstract

Il contributo è stimolato dai punti a- ed e- del Bando riguardanti l’inclusione sociale e l’uso diffuso del processo derogatorio in urbanistica. Caso studio è la città di Viterbo, caratterizzata principalmente dall’assenza dell’urbanistica come disciplina ordinatrice dello sviluppo urbano, dalla mancanza di una chiara e sistemica visione di città e di prescrizioni normative chiare ed applicate nel governo del territorio e di una tensione attuale verso la progettazione inclusiva. Viterbo ha un piano regolatore del 1956, una variante generale del 1979 e numerose varianti parziali che ne hanno snaturato l’assetto complessivo; non ha mai avuto un piano del centro storico e nessuno strumento al momento approvato per ciò che concerne la mobilità urbana ed il superamento delle barriere architettoniche. C’è in questo momento uno sforzo teso alla redazione di un PEBA, di un PUMS e di un Piano di Recupero del Centro Storico. La città meriterebbe una attenzione particolare alla ricostruzione del quadro programmatorio e prescrittivo, favorendo la creazione di strumenti, regole e norme capaci di dare i gusti comandi al governo della città, alla valorizzazione del suo centro storico ed al raggiungimento di quel complesso obiettivo che è rendere la città accessibile alle eterogenee fragilità, in ragion del fatto, soprattutto, che il centro storico ha una superficie di più di 100 ettari con oltre 3 milioni di metri cubi di volume costruito ed è prevalentemente un tessuto medievale e rinascimentale con diverse volumetrie realizzate grazie al Piano di Ricostruzione del 1945 che ne ha snaturato i tessuti permettendo il raddoppio degli indici fondiari. Come Dipartimento PDTA Sapienza abbiamo avviato una ricerca con il progetto di rimozione delle barriere fisiche sensoriali e cognitive del più importante museo della città, il Museo dei Portici che è risultato vincitore, nel 2022, del bando del MIC per promuovere l’accessibilità ai luoghi della cultura e stiamo sperimentando l’avvio di un Laboratorio di Accessibilità Permanente per le scuole e le associazioni del Terzo Settore. Da settembre avvieremo la creazione di due quartieri accessibili, la Pila ed il Pilastro, alla cui mappatura delle problematiche parteciperanno le scuole dei quartieri, i residenti, i commercianti, le diverse forze economiche, i portatori di interessi e le diverse associazioni rappresentanti le diverse forme di fragilità fisica e cognitiva (1). Un progetto ambizioso che vuole comprendere le differenze nell’uso dello spazio pubblico della città per ridurre le diseguaglianze.
2024
Progettare nel disordine - progettare il disordine. Riordinare le fragilità urbane
pianificazione urbana; strumenti; strategie
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
La pianificazione urbana come principio regolatore nella definizione di strumenti e strategie condivise ed inclusive / Errigo, MAURIZIO FRANCESCO. - (2024), pp. 198-201. (Intervento presentato al convegno Progettare nel disordine - progettare il disordine. Riordinare le fragilità urbane tenutosi a Firenze).
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