Rawabi: Palestine Dream?

Rawabi è la prima città palestinese, pensata per i palestinesi, pianificata per essere costruita da zero nel cuore della Cisgiordania. È situata in Zona A – un’area, almeno nominalmente, sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese – vicino a Ramallah. Occupa una posizione strategica, un’altura di circa 800 metri dalla quale prende il nome. Rawabi infatti in arabo significa “colline”. La mia visita risale al novembre del 2022. L’attentato del sette ottobre dello scorso anno e il conflitto israelo-palestinese attualmente in corso rendono ancora più contraddittoria, dissonante e sfidante, questa presenza che suscita non pochi interrogativi. Rifletterci oggi, di fronte alle immagini di Gaza martoriata dai bombardamenti, assume un significato ancor più pregnante. La città, è nata da un’idea di Bashar Al Masri visionario uomo d’affari d’origine palestinese, presidente della Massar International società che opera in vari settori, dalla finanza, all’immobiliare, alle nuove tecnologie, alle comunicazioni, alla logistica. Il progetto è stato lanciato nel 2008 a Betlemme, durante la Palestine Investment Conference, con l’obiettivo di avviare il processo di integrazione della Palestina nell'economia globale. Negli anni successivi si è concretizzato attraverso un accordo con l’Autorità palestinese e con il governo del Qatar, partner strategico intervenuto a cofinanziare la realizzazione. Il masterplan prevede un insediamento autosufficiente, concepito per un numero di persone che dovrebbe arrivare a 40.000, distribuite in sei comparti residenziali ad alta densità costruiti attorno al Q-Center, cuore commerciale-direzionale della città.