L’articolo si propone di approfondire la complessa interazione tra produzione e rappresentazione mediale e sociale nelle serie animate prescolari e scolari, che rappresentano un oggetto di analisi particolarmente significativo dal momento che, oltre a una funzione di intrattenimento, attivano una (più o meno esplicita) funzione educativa e di orientamento cognitivo, basata su frame di rappresentazione ricorrenti. Il contributo si inserisce all’interno della ricerca pluriennale “The Toon Gaze” volta a rileggere il concetto di “male gaze” nella prospettiva di una visione produttiva dominante che veicola una realtà semplificata e stereotipata al fine di garantire un’elevata accessibilità, dando vita quindi a potenziali disordini della conoscenza. L’articolo analizza infine il caso della serie animata australiana “Bluey”, che si pone in apparente controtendenza in quanto in grado di coniugare il successo di pubblico con la capacità di sviluppare una pluralità di sguardi su differenti porzioni di realtà, in costante equilibrio tra semplicità e complessità.
I cartoni animati prescolari tra semplificazione e stereotipizzazione: la ricerca “Toon Gaze” e il caso “Bluey” / Ciofalo, Giovanni; Ugolini, Lorenzo; Balducci, Michele; Manzi, Celeste. - In: DIACRONIE. STUDI DI STORIA CONTEMPORANEA. - ISSN 2038-0925. - 60:4/2024(2024), pp. 59-72.
I cartoni animati prescolari tra semplificazione e stereotipizzazione: la ricerca “Toon Gaze” e il caso “Bluey”
Giovanni Ciofalo
;Lorenzo Ugolini;Michele Balducci;Celeste Manzi
2024
Abstract
L’articolo si propone di approfondire la complessa interazione tra produzione e rappresentazione mediale e sociale nelle serie animate prescolari e scolari, che rappresentano un oggetto di analisi particolarmente significativo dal momento che, oltre a una funzione di intrattenimento, attivano una (più o meno esplicita) funzione educativa e di orientamento cognitivo, basata su frame di rappresentazione ricorrenti. Il contributo si inserisce all’interno della ricerca pluriennale “The Toon Gaze” volta a rileggere il concetto di “male gaze” nella prospettiva di una visione produttiva dominante che veicola una realtà semplificata e stereotipata al fine di garantire un’elevata accessibilità, dando vita quindi a potenziali disordini della conoscenza. L’articolo analizza infine il caso della serie animata australiana “Bluey”, che si pone in apparente controtendenza in quanto in grado di coniugare il successo di pubblico con la capacità di sviluppare una pluralità di sguardi su differenti porzioni di realtà, in costante equilibrio tra semplicità e complessità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.