A dispetto del rifiorire continuo di culture retribuzioniste a livello internazionale, da ultimo le concezioni espressive della pena, e comunque presso l’opinione pubblica, la legislazione da sempre, dalla metà dell’Ottocento, affianca a momenti punitivisti discipline del non punire. Punire e non punire si alternano come un pendolo attraverso amnistie e provvedimenti clemenziali nella storia d’Italia fino alla prima Repubblica. In seguito, l’accrescersi di molti istituti di “non punibilità” o degradazione sanzionatoria dentro al sistema ordinario ha conosciuto una applicazione non legislativa e automatica, ma affidata a momenti sempre più larghi di discrezionalità giudiziale. Il non punire si è così trasformato da ipotesi di eccezione in costante del sistema al suo stesso interno, perché non si può disciplinare il punire senza la sua riduzione, trasformazione, ed estinzione. È la prova della insufficienza a sé stessa della logica corrispettiva della proporzione retributiva, in chiave di ultima ratio. Il saggio illustra l’importanza di tale dato legislativo per una revisione della teoria della pena, la cui essenza di male aggiunto viene trasformata da istituti generali e costanti di pena agìta e di degradazione sanzionatoria umanistica verso una riduzione del male complessivo.
Punire e non punire. un pendolo storico divenuto sistema / Donini, Massimo. - In: RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO E PROCEDURA PENALE. - ISSN 0557-1391. - 4(2023), pp. 1301-1338.
Punire e non punire. un pendolo storico divenuto sistema
Massimo DoniniPrimo
Writing – Original Draft Preparation
2023
Abstract
A dispetto del rifiorire continuo di culture retribuzioniste a livello internazionale, da ultimo le concezioni espressive della pena, e comunque presso l’opinione pubblica, la legislazione da sempre, dalla metà dell’Ottocento, affianca a momenti punitivisti discipline del non punire. Punire e non punire si alternano come un pendolo attraverso amnistie e provvedimenti clemenziali nella storia d’Italia fino alla prima Repubblica. In seguito, l’accrescersi di molti istituti di “non punibilità” o degradazione sanzionatoria dentro al sistema ordinario ha conosciuto una applicazione non legislativa e automatica, ma affidata a momenti sempre più larghi di discrezionalità giudiziale. Il non punire si è così trasformato da ipotesi di eccezione in costante del sistema al suo stesso interno, perché non si può disciplinare il punire senza la sua riduzione, trasformazione, ed estinzione. È la prova della insufficienza a sé stessa della logica corrispettiva della proporzione retributiva, in chiave di ultima ratio. Il saggio illustra l’importanza di tale dato legislativo per una revisione della teoria della pena, la cui essenza di male aggiunto viene trasformata da istituti generali e costanti di pena agìta e di degradazione sanzionatoria umanistica verso una riduzione del male complessivo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Donini_Punire_e_non_2023.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
569.98 kB
Formato
Adobe PDF
|
569.98 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.