L'articolo intende verificare la caratterizzazione della magnanimità e il suo opposto vizioso nella Commedia analizzando in modo approfondito la fonte esplicitamente dichiarata da Dante, cioè l’Etica Nicomachea, naturalmente nelle forme di questo testo fruite da Dante.1 Queste tradizioni, di cui si mostra la rielaborazione nella discussione sulla nobiltà di Conv. IV, iii, 7, da un lato caratterizzano la magnanimità con tratti perfettamente sovrapponibili a quelli dell’Enea virgiliano – sovrapposizione infatti sfruttata da Dante in Inf. III, 14-15 – e dall’altro rappresentano l’ignavia in una forma che spiega perché Dante abbia taciuto il nome di «colui che fece per viltade e il gran rifiuto» (Inf. III, 59).
26. Enea magnanimo e i pusillanimi senza nome: dottrina aristotelica e immagine virgiliana in Inf. III / Gentili, Sonia. - In: LETTERE ITALIANE. - ISSN 0024-1334. - 76:1 / 2024(2024), pp. 3-13.
26. Enea magnanimo e i pusillanimi senza nome: dottrina aristotelica e immagine virgiliana in Inf. III
Sonia gentili
2024
Abstract
L'articolo intende verificare la caratterizzazione della magnanimità e il suo opposto vizioso nella Commedia analizzando in modo approfondito la fonte esplicitamente dichiarata da Dante, cioè l’Etica Nicomachea, naturalmente nelle forme di questo testo fruite da Dante.1 Queste tradizioni, di cui si mostra la rielaborazione nella discussione sulla nobiltà di Conv. IV, iii, 7, da un lato caratterizzano la magnanimità con tratti perfettamente sovrapponibili a quelli dell’Enea virgiliano – sovrapposizione infatti sfruttata da Dante in Inf. III, 14-15 – e dall’altro rappresentano l’ignavia in una forma che spiega perché Dante abbia taciuto il nome di «colui che fece per viltade e il gran rifiuto» (Inf. III, 59).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.