La tesi si confronta con la questione del “mito”, considerata muovendo dalla filosofia (ma anche dalla storia) tedesca del Novecento. Sono state perciò trascelte alcune costellazioni di autori – con speciale riguardo a Walter Benjamin –, nell’ambito cronologico compreso fra le due guerre mondiali, al fine di ricondurre a unità teoretica alcune Mythos-Debatten anteriori e ulteriori rispetto alla cosiddetta Mythos-Debatte tardonovecentesca. Ciò anche per sostanziare, suffragandolo, l’assunto speculativo che mýthos e lógos non sono affatto reciprocamente irriducibili, né l’uno può mai estinguersi o risolversi nell’altro; esiste, piuttosto, un lógos precipuo del mýthos. Questa “logica” e questo “discorso” del mito è la dialettica. Il lavoro si ordina, così, intorno a una dialettica “negativa”, esemplata su tre momenti del discorso mitologico tedesco: il momento della Rettung, la “salvazione” del mito, quando intellettuali come Ernst Bloch o Thomas Mann tentano una trasvalutazione umanistica del mito in chiave antinazista; il momento del Dämonische, ambiguo ed esposto, negli anni weimariani, alla spettralità di una dialettica infinita, sovente tragica; da ultimo, il momento della Kritik, riferito, nei primi scritti di Benjamin e Schmitt, al mito della violenza (anche ma non solo quella bellica). I Paralipomeni conclusivi propongono quindi alcune sollecitazioni in direzione di una teoria dialettica del mito.
La dialettica del mito nella filosofia tedesca del Novecento / Simoncini, Francesco. - (2025 Jan 20).
La dialettica del mito nella filosofia tedesca del Novecento
SIMONCINI, FRANCESCO
20/01/2025
Abstract
La tesi si confronta con la questione del “mito”, considerata muovendo dalla filosofia (ma anche dalla storia) tedesca del Novecento. Sono state perciò trascelte alcune costellazioni di autori – con speciale riguardo a Walter Benjamin –, nell’ambito cronologico compreso fra le due guerre mondiali, al fine di ricondurre a unità teoretica alcune Mythos-Debatten anteriori e ulteriori rispetto alla cosiddetta Mythos-Debatte tardonovecentesca. Ciò anche per sostanziare, suffragandolo, l’assunto speculativo che mýthos e lógos non sono affatto reciprocamente irriducibili, né l’uno può mai estinguersi o risolversi nell’altro; esiste, piuttosto, un lógos precipuo del mýthos. Questa “logica” e questo “discorso” del mito è la dialettica. Il lavoro si ordina, così, intorno a una dialettica “negativa”, esemplata su tre momenti del discorso mitologico tedesco: il momento della Rettung, la “salvazione” del mito, quando intellettuali come Ernst Bloch o Thomas Mann tentano una trasvalutazione umanistica del mito in chiave antinazista; il momento del Dämonische, ambiguo ed esposto, negli anni weimariani, alla spettralità di una dialettica infinita, sovente tragica; da ultimo, il momento della Kritik, riferito, nei primi scritti di Benjamin e Schmitt, al mito della violenza (anche ma non solo quella bellica). I Paralipomeni conclusivi propongono quindi alcune sollecitazioni in direzione di una teoria dialettica del mito.File | Dimensione | Formato | |
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