I ritratti di Gregorio XV di Bernini e Guercino, entrambi del 1621, e i ritratti di Guido Bentivoglio e di Virginio Cesarini – che dei Ludovisi era stato nominato cameriere segreto – di van Dyck, databili al 1622 circa, segnano l’inizio di una rivoluzione nel genere ritrattistico definendo la nuova tipologia di profilo emotivo e di affetti, la così detta “ressemblance parlante”, in cui l’effigiato compare davanti al riguardante a distanza ravvicinata, senza filtri, pronto a manifestare il proprio carattere più familiare grazie all’intimità tra pittore e committente e all’abilità grandissima del suo ritrattista, in grado di cogliere in un gesto, uno sguardo, un particolare financo minimo come un bottone o un merletto, il tratto distintivo del suo effigiato. In tal modo i ritratti, sotto le mani degli artisti, sembrano prendere vita, ascoltare, parlare, voltarsi ed alzarsi; ad essi viene dato il respiro, ma anche una pensierosa e aurea distanza che sottolinei quanto il potere dei principi e dei prelati raffigurati discenda sì dall’aristocratico lignaggio, ma soprattutto da una nobiltà di spirito, da virtù diplomatiche e da un’elevatezza di pensiero uniche e distintive di quella cerchia scelta da papi e principi per intrecciare relazioni politiche e diplomatiche di corte in tutto il mondo: gli agenti, la vera milizia del papa.
La porpora e l'oro. Ritratti di famiglia / Fiore, Camilla; Volpi, Caterina. - (2024), pp. 319-325.
La porpora e l'oro. Ritratti di famiglia
Fiore, Camilla;Volpi, Caterina
2024
Abstract
I ritratti di Gregorio XV di Bernini e Guercino, entrambi del 1621, e i ritratti di Guido Bentivoglio e di Virginio Cesarini – che dei Ludovisi era stato nominato cameriere segreto – di van Dyck, databili al 1622 circa, segnano l’inizio di una rivoluzione nel genere ritrattistico definendo la nuova tipologia di profilo emotivo e di affetti, la così detta “ressemblance parlante”, in cui l’effigiato compare davanti al riguardante a distanza ravvicinata, senza filtri, pronto a manifestare il proprio carattere più familiare grazie all’intimità tra pittore e committente e all’abilità grandissima del suo ritrattista, in grado di cogliere in un gesto, uno sguardo, un particolare financo minimo come un bottone o un merletto, il tratto distintivo del suo effigiato. In tal modo i ritratti, sotto le mani degli artisti, sembrano prendere vita, ascoltare, parlare, voltarsi ed alzarsi; ad essi viene dato il respiro, ma anche una pensierosa e aurea distanza che sottolinei quanto il potere dei principi e dei prelati raffigurati discenda sì dall’aristocratico lignaggio, ma soprattutto da una nobiltà di spirito, da virtù diplomatiche e da un’elevatezza di pensiero uniche e distintive di quella cerchia scelta da papi e principi per intrecciare relazioni politiche e diplomatiche di corte in tutto il mondo: gli agenti, la vera milizia del papa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.