La dimensione dell’abitare nella scrittura ergodica della Casa di foglie di Mark Z. Danielewski

The essay aims to pay attention to the dimension of living as it emerges from the ergodic novel House of Leaves (2000) by Mark Z. Danielewski. The story moves on multiple parallel levels and is held together on the one hand by the shapeshifting presence of the house, and by the active presence of the reader, on the other. In the novel the reader is invited to investigate the mystery surrounding the house on Ash Tree Lane, the undisputed protagonist of the novel, from which the action radiates. The house is the monster that fills the lives of the characters with anguish, growing on itself, without any perception of it from the outside. In other words, the house is a labyrinth which, in its mysterious deformations, becomes, on the one hand, the emblem of absence, which marks the lives of those who inhabit it, and on the other, the representation of reading and the reader.

Il saggio intende focalizzare l’attenzione sulla dimensione dell’abitare per come emerge dal romanzo ergodico Casa di foglie (2000) di Mark Z. Danielewski. Il racconto si muove su più livelli parallelamente ed è tenuto insieme da un lato dalla presenza mutaforme della casa, dall’altro da quella attiva del lettore. Qui il lettore è chiamato a indagare il mistero che circonda la casa di Ash Tree Lane, indiscussa protagonista del romanzo, posta come motore da cui l’azione si irradia. La casa è il mostro che riempie d’angoscia le vite dei personaggi, crescendo su se stessa, senza che, fuori, se ne abbia alcune percezione. La casa diventa, cioè, un labirinto che, nelle sue misteriose deformazioni, diviene da un lato l’emblema dell’assenza, che segna a vari livelli le vite di coloro che la abitano, dall’altro la rappresentazione stessa della lettura e del lettore.