La tradizione insediativa ha sempre valorizzato le preesistenze come elementi attivi nei processi di trasformazione urbana e territoriale, configurando il riuso e la conservazione come pratiche centrali nella rigenerazione architettonica. Con l'avvento della modernità industrializzata, tuttavia, il rifiuto edilizio è stato percepito principalmente come sottoprodotto privo di valore. Negli anni '70 del XX secolo, l’emergere di una nuova coscienza ecologica ha ridefinito questa visione, rivalutando i materiali di scarto come risorse utili per il recupero e il riutilizzo creativo. Due esempi significativi illustrano l’applicazione contemporanea di strategie di riuso nel paesaggio naturale e urbano. L’intervento del Parco Naturale di Cap de Creus ha trasformato l’area occupata da un villaggio turistico dismesso in un parco naturale mediante un processo di “de-costruzione” e riciclo di oltre 42.000 m³ di macerie. L'approccio progettuale, fondato sul concetto di "Time-grounded Design", enfatizza la continua trasformazione del paesaggio, promuovendo interventi minimi che favoriscono l’evoluzione ecologica e sociale dei luoghi. Parallelamente il progetto del Benjakitti Forest Park ha riconvertito un’area industriale in un parco multifunzionale basato sul modello di "Sponge City". Questa trasformazione ha configurato bacini d'acqua per la regolazione idrica, impiegando macerie per creare colline artificiali e terrapieni capaci di trattenere le piene e gli inquinanti. Entrambi i progetti dimostrano come le macerie possano costituire la base per interventi innovativi che combinano obiettivi ecologici, sociali e tecnologici. Questi casi suggeriscono un nuovo paradigma per il riuso sostenibile, capace di ridefinire il rapporto tra uomo e ambiente attraverso il rispetto e la valorizzazione del passato volto alla rigenerazione dei luoghi.
Paesaggi rigenerati tra architettura e natura / Desideri, Federico. - In: A & A. - ISSN 2533-0713. - 55/56:1 e 2/2024(2024), pp. 26-39.
Paesaggi rigenerati tra architettura e natura
Federico Desideri
Writing – Original Draft Preparation
2024
Abstract
La tradizione insediativa ha sempre valorizzato le preesistenze come elementi attivi nei processi di trasformazione urbana e territoriale, configurando il riuso e la conservazione come pratiche centrali nella rigenerazione architettonica. Con l'avvento della modernità industrializzata, tuttavia, il rifiuto edilizio è stato percepito principalmente come sottoprodotto privo di valore. Negli anni '70 del XX secolo, l’emergere di una nuova coscienza ecologica ha ridefinito questa visione, rivalutando i materiali di scarto come risorse utili per il recupero e il riutilizzo creativo. Due esempi significativi illustrano l’applicazione contemporanea di strategie di riuso nel paesaggio naturale e urbano. L’intervento del Parco Naturale di Cap de Creus ha trasformato l’area occupata da un villaggio turistico dismesso in un parco naturale mediante un processo di “de-costruzione” e riciclo di oltre 42.000 m³ di macerie. L'approccio progettuale, fondato sul concetto di "Time-grounded Design", enfatizza la continua trasformazione del paesaggio, promuovendo interventi minimi che favoriscono l’evoluzione ecologica e sociale dei luoghi. Parallelamente il progetto del Benjakitti Forest Park ha riconvertito un’area industriale in un parco multifunzionale basato sul modello di "Sponge City". Questa trasformazione ha configurato bacini d'acqua per la regolazione idrica, impiegando macerie per creare colline artificiali e terrapieni capaci di trattenere le piene e gli inquinanti. Entrambi i progetti dimostrano come le macerie possano costituire la base per interventi innovativi che combinano obiettivi ecologici, sociali e tecnologici. Questi casi suggeriscono un nuovo paradigma per il riuso sostenibile, capace di ridefinire il rapporto tra uomo e ambiente attraverso il rispetto e la valorizzazione del passato volto alla rigenerazione dei luoghi.File | Dimensione | Formato | |
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