The identification of evidence of manuring in arable land is a promising research field in the study of the symbiothic and mu- tual relationship human-animal since the Neolithic. As research has shown, however, there are numerous already documented examples of fertilization practices ine European Prehistory and it is crucially important to distinguish between them in order to broaden our perspectives on the scale and strategies of livestock breeding, the ecological impact of landscape management and ancient societies’ ability to engage in medium-long term investment for agrarian sustainability. This paper will explain how the method of faecal biomarkers (stanols and bile acids) can verify ancient faecal matter added to soil and define its origin in terms of organic components. The identification of the defecators’ animal species, in fact, appears to be the main precondition for further studies enabling us to better understand the informative power of dung evidence in archaeological deposits, with their associated socio-economic and cultural implications.

L’identificazione delle pratiche di letamazione nelle aree sottoposte ad aratura costituisce un indirizzo di ricerca promet- tente nello studio del rapporto simbiotico e mutualistico che si viene a creare tra uomo e animale a partire dal Neolitico. Le strategie di fertilizzazione intenzionale del suolo note per la Preistoria europea sono però molteplici e discriminarne l’u- tilizzo è di cruciale importanza per ampliare le prospettive su temi come la scala e le strategie dell’allevamento, l’impatto ecologico legato alle prime forme di organizzazione culturale del paesaggio e la capacità dei gruppi umani del passato di far fronte ad un investimento a medio-lungo termine nella gestione della terra in un’ottica di sostenibilità agronomica. Questo contributo illustra come il metodo dei biomarcatori fecali (stanoli e acidi biliari) sia in grado di provare l’apporto di materia fecale nel suolo e di definirne con precisione la natura in termini di composti organici. Risalire alle specie animali produttrici di sterco appare infatti come la principale precondizione di studi volti a chiarire il potere informativo delle evidenze di materia fecale nei depositi archeologici, con le loro implicazioni socio-economiche e culturali.

Evidenze archeologiche della concimazione animale nella Preistoria europea. Stato degli studi e prospettive di ricerca / Reggio, Chiara. - (2024). (Intervento presentato al convegno 9° Convegno Nazionale di Archeozoologia tenutosi a Ravenna).

Evidenze archeologiche della concimazione animale nella Preistoria europea. Stato degli studi e prospettive di ricerca

Chiara Reggio
2024

Abstract

The identification of evidence of manuring in arable land is a promising research field in the study of the symbiothic and mu- tual relationship human-animal since the Neolithic. As research has shown, however, there are numerous already documented examples of fertilization practices ine European Prehistory and it is crucially important to distinguish between them in order to broaden our perspectives on the scale and strategies of livestock breeding, the ecological impact of landscape management and ancient societies’ ability to engage in medium-long term investment for agrarian sustainability. This paper will explain how the method of faecal biomarkers (stanols and bile acids) can verify ancient faecal matter added to soil and define its origin in terms of organic components. The identification of the defecators’ animal species, in fact, appears to be the main precondition for further studies enabling us to better understand the informative power of dung evidence in archaeological deposits, with their associated socio-economic and cultural implications.
2024
9° Convegno Nazionale di Archeozoologia
L’identificazione delle pratiche di letamazione nelle aree sottoposte ad aratura costituisce un indirizzo di ricerca promet- tente nello studio del rapporto simbiotico e mutualistico che si viene a creare tra uomo e animale a partire dal Neolitico. Le strategie di fertilizzazione intenzionale del suolo note per la Preistoria europea sono però molteplici e discriminarne l’u- tilizzo è di cruciale importanza per ampliare le prospettive su temi come la scala e le strategie dell’allevamento, l’impatto ecologico legato alle prime forme di organizzazione culturale del paesaggio e la capacità dei gruppi umani del passato di far fronte ad un investimento a medio-lungo termine nella gestione della terra in un’ottica di sostenibilità agronomica. Questo contributo illustra come il metodo dei biomarcatori fecali (stanoli e acidi biliari) sia in grado di provare l’apporto di materia fecale nel suolo e di definirne con precisione la natura in termini di composti organici. Risalire alle specie animali produttrici di sterco appare infatti come la principale precondizione di studi volti a chiarire il potere informativo delle evidenze di materia fecale nei depositi archeologici, con le loro implicazioni socio-economiche e culturali.
biomarcatori fecali, stanoli, acidi biliari, sterco archeologico, letamazione
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Evidenze archeologiche della concimazione animale nella Preistoria europea. Stato degli studi e prospettive di ricerca / Reggio, Chiara. - (2024). (Intervento presentato al convegno 9° Convegno Nazionale di Archeozoologia tenutosi a Ravenna).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1728754
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact