Verso la metà del secolo scorso, i fondatori delle Annales, Marc Bloch e Lucien Febvre, utilizzavano l’espressione «histoire-battaille» in senso spregiativo, con l’obiettivo di stigmatizzare l’erudizione imperante negli studi storici. Tale connotazione è sopravvissuta nel tempo, confondendosi, sull’onda di certe interpretazioni “estremistiche” della Nouvelle Histoire, con finalità di natura politica, spinte sino a bollare come “militarista” ogni orientamento alla storia militare in senso stretto. Conseguentemente, oggi approccio événementielle, strettamente legato al modello positivistico allora in voga, adottato dagli obiettivi polemici dei due studiosi, è stato progressivamente ostracizzato in quanto ritenuto incapace di cogliere la complessità dei processi storici. In realtà – è quanto ha messo bene in luce Jacques Le Goff –, l’intenzione dei due studiosi era quella di sottolineare la superficialità d’una ricerca avulsa dal contesto demografico, economico, sociale o culturale. Tesa, cioè, a trascurare le strutture. Non a caso, qualche tempo dopo, Fernard Braudel recuperava tale dimensione nell’ambito d’un’ampia riflessione sui tempi storici. Oggi, si può, senz'altro, dire che la data, la battaglia, il trattato, il manufatto non siano che l’espressione d’un ampio contesto, costituendone, di fatto, le realizzazioni maggiormente visibili allo storico. L’obiettivo delle pagine seguenti, debitrici della riflessione scaturita nell’ambito del Seminario di studio tenutosi presso Sapienza Università di Roma il 1° febbraio 2023, dal titolo Archeologia e storia evenemenziale nell’orbis post-classico, è quello di mostrare in che modo la storia evenemenziale possa concorrere alla riflessione storiografica. Per l’occasione mi concentravo su un fatto importante per gli assetti geopolitici del Mediterraneo duecentesco: la caduta di Costantinopoli nel 1204, dalla cui analisi è possibile apprendere molto circa le categorie di pensiero e gli assetti di vita materiale degli uomini del tempo. Dopo un’adeguata contestualizzazione, ne ripercorrerò, pertanto, lo sviluppo, prima di offrire qualche considerazione di carattere generale.
1204. La caduta di Costantinopoli. Un approccio evenemenziale / Musarra, Antonio. - 16:(2024), pp. 55-67. (Intervento presentato al convegno Archeologia e storia evenemenziale nell’orbis post-classico tenutosi a Roma).
1204. La caduta di Costantinopoli. Un approccio evenemenziale
Antonio Musarra
2024
Abstract
Verso la metà del secolo scorso, i fondatori delle Annales, Marc Bloch e Lucien Febvre, utilizzavano l’espressione «histoire-battaille» in senso spregiativo, con l’obiettivo di stigmatizzare l’erudizione imperante negli studi storici. Tale connotazione è sopravvissuta nel tempo, confondendosi, sull’onda di certe interpretazioni “estremistiche” della Nouvelle Histoire, con finalità di natura politica, spinte sino a bollare come “militarista” ogni orientamento alla storia militare in senso stretto. Conseguentemente, oggi approccio événementielle, strettamente legato al modello positivistico allora in voga, adottato dagli obiettivi polemici dei due studiosi, è stato progressivamente ostracizzato in quanto ritenuto incapace di cogliere la complessità dei processi storici. In realtà – è quanto ha messo bene in luce Jacques Le Goff –, l’intenzione dei due studiosi era quella di sottolineare la superficialità d’una ricerca avulsa dal contesto demografico, economico, sociale o culturale. Tesa, cioè, a trascurare le strutture. Non a caso, qualche tempo dopo, Fernard Braudel recuperava tale dimensione nell’ambito d’un’ampia riflessione sui tempi storici. Oggi, si può, senz'altro, dire che la data, la battaglia, il trattato, il manufatto non siano che l’espressione d’un ampio contesto, costituendone, di fatto, le realizzazioni maggiormente visibili allo storico. L’obiettivo delle pagine seguenti, debitrici della riflessione scaturita nell’ambito del Seminario di studio tenutosi presso Sapienza Università di Roma il 1° febbraio 2023, dal titolo Archeologia e storia evenemenziale nell’orbis post-classico, è quello di mostrare in che modo la storia evenemenziale possa concorrere alla riflessione storiografica. Per l’occasione mi concentravo su un fatto importante per gli assetti geopolitici del Mediterraneo duecentesco: la caduta di Costantinopoli nel 1204, dalla cui analisi è possibile apprendere molto circa le categorie di pensiero e gli assetti di vita materiale degli uomini del tempo. Dopo un’adeguata contestualizzazione, ne ripercorrerò, pertanto, lo sviluppo, prima di offrire qualche considerazione di carattere generale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.