È nel clima culturale generato dall’Umanesimo volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica – tipica del Medioevo – che si intreccia la figura del Sangallo con l’archeologia del territorio. Seppure ancora in una visione del tutto antiquaria, è per suo merito che abbiamo per la prima volta una testimonianza diretta della riscoperta dell’antico a Marmore. Si fa riferimento al noto documento ( in cui il Sangallo disegna la cosiddetta Ara di Nettuno, rinvenuta durante i lavori del canale paolino, trascrivendone il testo epigrafico e annotando in corsivo, come su un foglio di appunti, il luogo di rinvenimento. Nello stesso documento (in alto, fig. 82) trascrive anche il testo di un’altra epigrafe sacra posta su una base di donario dedicata a Hercules Sanctus e proveniente da Monte d’Oro di Contigliano. La testimonianza di entrambi i rinvenimenti delinea la presenza tra Terni e Rieti del Sangallo, tra il 1545 e il 1546, impegnato nella direzione dei lavori della cava Paolina a Marmore e allo stesso modo marca la figura dell’architetto rinascimentale teso alla conoscenza dell’antico tra imitazio ed emulazio delle antichità romane
L'archeologia della rupe marmorea / Virili, Carlo. - (2023), pp. 165-202.
L'archeologia della rupe marmorea
Virili Carlo
2023
Abstract
È nel clima culturale generato dall’Umanesimo volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica – tipica del Medioevo – che si intreccia la figura del Sangallo con l’archeologia del territorio. Seppure ancora in una visione del tutto antiquaria, è per suo merito che abbiamo per la prima volta una testimonianza diretta della riscoperta dell’antico a Marmore. Si fa riferimento al noto documento ( in cui il Sangallo disegna la cosiddetta Ara di Nettuno, rinvenuta durante i lavori del canale paolino, trascrivendone il testo epigrafico e annotando in corsivo, come su un foglio di appunti, il luogo di rinvenimento. Nello stesso documento (in alto, fig. 82) trascrive anche il testo di un’altra epigrafe sacra posta su una base di donario dedicata a Hercules Sanctus e proveniente da Monte d’Oro di Contigliano. La testimonianza di entrambi i rinvenimenti delinea la presenza tra Terni e Rieti del Sangallo, tra il 1545 e il 1546, impegnato nella direzione dei lavori della cava Paolina a Marmore e allo stesso modo marca la figura dell’architetto rinascimentale teso alla conoscenza dell’antico tra imitazio ed emulazio delle antichità romaneI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.