Il cemento è la seconda commodity più utilizzata al mondo, dopo l’acqua. Secondo l’ultimo Cement 2022 Report, la produzione globale di cemento nell’ultimo anno è stata di 4,37 miliardi di tonnellate, per un consumo di 4,27 miliardi di tonnellate (+6% rispetto all’anno precedente), da cui deriva una produzione di 14 miliardi di metri cubi di calcestruzzo. Un mercato fiorente (circa 330 miliardi di dollari nel 2021, che arriverà a 444 miliardi nel 2027), per un materiale ancora indispensabile al settore delle costruzioni, ma per il quale il mondo paga un prezzo importate: la produzione del cemento è responsabile fino al 7% delle emissioni globali di CO2. Per fornire una tonnellata di cemento, il processo di cottura a 1.400 °C produce circa una tonnellata di CO2. Questo sistema, rimasto inalterato da quando il cemento è stato prodotto per la prima volta, oltre 200 anni fa, è responsabile del 70% delle emissioni, mentre il restante 30% proviene dall’energia utilizzata per tenere accesi i forni di lavorazione. E se a questi dati si aggiungono quelli relativi al trasporto, alle fasi di costruzione e allo smaltimento post-demolizione, è evidente il paradosso: l’insostenibilità conclamata di un materiale che resta però indispensabile, in quanto “sostiene” la quasi totalità di quel che si costruisce nel mondo.
L'insostenibile insostenibilità del cemento // The unsustainable unsustainability of concrete / Marino, Alessandra. - In: DOMUS. - ISSN 0012-5377. - Domus Air supplemento al n.1077(2023), pp. 66-74.
L'insostenibile insostenibilità del cemento // The unsustainable unsustainability of concrete
Alessandra Marino
2023
Abstract
Il cemento è la seconda commodity più utilizzata al mondo, dopo l’acqua. Secondo l’ultimo Cement 2022 Report, la produzione globale di cemento nell’ultimo anno è stata di 4,37 miliardi di tonnellate, per un consumo di 4,27 miliardi di tonnellate (+6% rispetto all’anno precedente), da cui deriva una produzione di 14 miliardi di metri cubi di calcestruzzo. Un mercato fiorente (circa 330 miliardi di dollari nel 2021, che arriverà a 444 miliardi nel 2027), per un materiale ancora indispensabile al settore delle costruzioni, ma per il quale il mondo paga un prezzo importate: la produzione del cemento è responsabile fino al 7% delle emissioni globali di CO2. Per fornire una tonnellata di cemento, il processo di cottura a 1.400 °C produce circa una tonnellata di CO2. Questo sistema, rimasto inalterato da quando il cemento è stato prodotto per la prima volta, oltre 200 anni fa, è responsabile del 70% delle emissioni, mentre il restante 30% proviene dall’energia utilizzata per tenere accesi i forni di lavorazione. E se a questi dati si aggiungono quelli relativi al trasporto, alle fasi di costruzione e allo smaltimento post-demolizione, è evidente il paradosso: l’insostenibilità conclamata di un materiale che resta però indispensabile, in quanto “sostiene” la quasi totalità di quel che si costruisce nel mondo.File | Dimensione | Formato | |
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